Per iniziare i lavori servirebbe una variante al Put della penisola sorrentino – amalfitana ma gli ecologiosti annunciano ricorsi
di Fabrizio Geremicca
«Contiamo di iniziare i lavori all’interno del secondo semestre del 2022». Parole di Gennaro Sosto, il direttore generale dell’Asl Napoli 3, pronunciate a settembre 2021 a Sant’Agnello, quando fu presentato il progetto di ospedale unico della penisola sorrentina. C’erano Vincenzo De Luca, il presidente della giunta regionale della Campania, ed i sindaci dei Comuni del territorio. Sosto, però, ha sbagliato le previsioni e certamente il cantiere non partirà a breve.
Occorre, infatti, una variante al piano urbanistico territoriale della penisola sorrentino – amalfitana. Il complesso immobiliare da edificare, infatti, ricade in zona Territoriale 2: «Tutela degli insediamenti antichi accentrati». Con la delibera di Giunta Comunale numero 111 del 18 ottobre 2022 il Comune di Sant’Agnello ha riconosciuto l’interesse pubblico alla realizzazione del nuovo ospedale, nella speranza che tanto possa bastare a superare il vincolo del Put.
Le osservazioni del WWF
Il Wwf, però, che è preoccupato per il sacrificio di un’ampia area di verde prevista dal progetto, affila le armi in previsione di un ricorso al Tar. «L’edificazione del nuovo ospedale, così come progettato – sostiene Claudio d’Esposito, referente del Panda in penisola sorrentina – rischia di impattare notevolmente con i valori paesaggistici ed ambientali del nostro territorio senza risolvere i problemi atavici della sanità».
Prosegue: «A nulla vale che il mega-edificio sia esaltato negli elaborati progettuali per la sua immagine imponente e contemporanea con volumi sfaccettati di colore chiaro che compongono un insieme di grande ricchezza sia spaziale che funzionale. Nè valgono il richiamo a Giò Ponti nell’uso di rivestimenti ceramici con piastrelle bianche e blu da 20 centimetri o la pubblicizzata luminosa vista mare a nord e le soluzioni previste di risparmio energetico e vegetazione all’esterno e all’interno. La verità è che si andrà a costruire un mega-edificio, con ulteriore distruzione di suolo e di verde, al posto di tre palazzine ospedaliere già esistenti. Abbiamo bisogno di bravi medici e para-medici e di attrezzature di diagnosi e cura all’avanguardia, non di nuove colate di cemento armato».
Conclude il Wwf: «Se pensano di stravolgere il Put a colpi di varianti, si sbagliano di grosso. Ricorreremo in tutte le sedi. Se passasse questo assurdo principio, la Regione potrebbe decidere di autorizzare un grattacielo a Punta Campanella. Basterebbe invocare la parola magica dell’interesse pubblico».