Le ambizioni di Deiana «Banksy» supportate da una struttura solida tra auto, box, magazzini e cellulari di ultima generazione
L’organizzazione che faceva capo a Andrea Deiana, per gli amici «Banksy», era molto potente. Riusciva a importare grossi quantitativi di droga con tranquillità. A raccontarlo è lo stesso latitante che in una chat decriptata racconta diverse importazioni a Manuel Fernandez. Secondo gli investigatori, si apprende dall’ordinanza che ha colpito l’organizzazione nei giorni scorsi, Deiana rendiconta le importazioni fatte fino a quel momento affermando di aver «scaricato 617 kg a Milano e 180 a Roma». Ma i suoi programmi per il futuro erano ambiziosi e sottolinea che la prossima volta avrebbe voluto importare una tonnellata di stupefacenti: «1000 a Roma».
Deiana, afferma l’ordinanza, «appare in grado di procurare sia sulla piazza di Milano sia su quella di Roma centinaia di chilogrammi di stupefacente, reperendoli con una certa facilità». Facilità dovuta anche alla notevole organizzazione.
La struttura logistica
«La struttura logistica dell’associazione – si legge ancora – in esame appare molto solida, potendo contare su uomini, mezzi, immobili, strumenti di comunicazione criptate e autovetture intestate a prestanomi. Nel corso delle indagini è stato possibile risalire ad un vero e proprio “parco auto” su cui l’associazione può contare». La consorteria, infatti, poteva contare su tre Lancia Musa, un’Alfa Romeo Giulietta, due Citroen C4, una Opel Astra, una Opel Meriva. Nella disponbilità dell’associazione, inoltre, vi erano tre box (due situati a Milano) e due magazzini.
«Sempre in punto di “struttura logistica”, deve essere evidenziato – spiega l’informativa – come dalle indagini sia emersa la facilità del sodalizio di procurarsi dispositivi telefonici criptati in numero consistente ed ad alto prezzo». Da una conversazione intercettata a bordo di un’auto è emerso che in un’occasone «Falzarano si è recato a Gerenzano per acquistare 23 telefoni» pagando ben 21.600,00 euro.