Il 59enne di Barcellona era stato bloccato a inizio mese dalla Polfer in Calabria, in sede di convalida aveva sostenuto: «Non stavo scappando, non sapevo nulla di quest’accusa»
Sulla sua testa pendeva da alcune settimane un’accusa di violenza sessuale ai danni di una minorenne. Lui, però, ha sostenuto di non esserne mai stato al corrente e di non essersi allontanato dal suo Paese, la Spagna, per sottrarsi alla giustizia iberica. Sta di fatto che quando Ignacio Banares Vilella, 59enne originario di Barcellona, è stato intercettato in Calabria dalla polizia ferroviaria di Paola per lui sono scattate le manette e, a strettissimo giro posta, anche l’ok all’estradizione. La Corte di appello di Catanzaro, ritenendo sussistenti i presupposti per la consegna richiesta dall’autorità giudiziaria spagnola a seguito di mandato di arresto europeo, il 14 marzo ha disposto la consegna dell’indagato alla Spagna.
Banares Vilella era stato fermato dalla Polfer italiana il 4 marzo in esecuzione del mandato di arresto europeo emesso contro di lui il 22 febbraio sulla scorta del precedente ordine di cattura spiccato il 17 dicembre dal tribunale per le indagini preliminari di Barcellona. Il 59enne era infatti sotto inchiesta per aver abusato sessualmente di una ragazzina di età inferiore ai 13 anni. Il giudice delegato ha poi convalidato l’arresto di di Banares, disponendone la custodia cautelare in carcere. Il presunto orco, dal canto suo, si è però opposto alla consegna sostenendo di non aver compreso il contenuto delle accuse e che era sua intenzione sottrarsi all’arresto, pur negando gli addebiti e spiegando di essersi allontanato dalla Spagna ignorando l’esistenza di un ordine di arresto a suo carico.
Dopo un’attenta valutazione del caso, la Corte di appello di Catanzaro ha adesso messo la parola fine sulla vicenda. Il collegio ha infatti stabilito che sussistano le condizioni di legge per l’accoglimento della domanda di consegna contenuta nel mandato di arresto europeo. Secondo la Corte presieduta dal giudice Gabriella Reillo, le informazioni contenute nel Mae sarebbero sufficienti ai fini della decisione. Motivando l’ordinanza, infatti, la Corte, citando il recente decreto legislativo del 2 febbraio 2021, ha evidenziato che il mandato di arresto europeo non deve essere più accompagnato dal provvedimento cautelare o di condanna su cui si basa la richiesta di consegna.
Insomma, la Corte di appello di Catanzaro non è in questo caso chiamata a pronunciare alcun tipo di giudizio “di merito” circa la fondatezza o la solidità dell’accusa, poiché «basterà la mera indicazione nel Mae dell’esistenza di una sentenza esecutiva o di un provvedimento cautelare». Nel caso di Banares Vilella, ferma restando la presunzione di innocenza fino all’eventuale condanna definitiva, la pena prevista per il reato dalla legge dello Stato membro è pari, nel massimo edittale, a 12 ani di reclusione e pertanto «non ricorre alcuna condizione ostativa alla consegna». Inquadrato il contesto normativo, la Corte di appello ha dunque disposto la consegna del presunto violentatore all’autorità giudiziaria spagnola.