di Giancarlo Tommasone
Il contro emendamento alla legge Grassi, pubblicato e quasi «dimenticato» sulla piattaforma Rousseau, da qualche giorno ha cominciato a circolare anche tra attivisti, deputati e senatori del Movimento 5 Stelle. Si tratta di una vicenda dalla forte connotazione napoletana e a tal riguardo, Stylo24 ha raccolto le considerazioni del senatore pentastellato Vincenzo Presutto, che, tra l’altro, ha fatto parte dello staff del sindaco Luigi de Magistris, collaborando per anni con l’assessore Enrico Panini. Inoltre, giusto per esaustività di cronaca, bisogna ricordare che Marta Matano, moglie di Presutto, è consigliere comunale del M5S a Napoli.
Senatore Presutto, ha letto il testo del contro emendamento? E’ d’accordo con la sua impostazione?
«Sì, l’ho letto e voglio sottolineare che tra l’altro risponde anche a una mia idea. All’Anci ho fatto presente la necessità di migliorare la capacità dei sindaci nella gestione dei Comuni. Perché altrimenti, vista la situazione difficile che gli Enti vivono in virtù delle regole contabili che li riguardano, se andiamo ad aggiungere sindaci non all’altezza, il problema sarà ulteriormente aggravato».
Si farà carico della eventuale discussione del contro emendamento, cercando di capire in che modo si potrà condurre questa battaglia, considerando pure che è una proposta che arriva dal territorio?
«C’è la necessità di premiare e di sanzionare laddove va fatto. Questo vale per la pubblica amministrazione in generale. Se non lo farò io personalmente, spero venga fatto a livello governativo. Del resto, voglio ribadire che se un primo cittadino non è all’altezza e lascia un problema ai cittadini, le conseguenze, per lui, non possono essere ‘indolori’. Io sono assolutamente favorevole alla possibilità che il sindaco, laddove oggettivamente venga dimostrata una serie di errori a lui imputabili, possa essere escluso dalla candidatura e vada incontro a vere e proprie sanzioni».
Qualche settimana fa le avevamo chiesto di esprimersi circa il presunto conflitto di interessi di Floro Flores, ma lei disse che avrebbe aspettato l’ufficialità della nomina, limitandosi a dire che come commissario di Bagnoli avrebbe scelto tutti meno che un imprenditore. Adesso la nomina è ufficiale, le richiediamo: cosa pensa del presunto conflitto di interessi?
«Le rispondo come ho fatto qualche settimana fa: per Bagnoli non ci voleva un imprenditore. Scegliendo un imprenditore come commissario si dà la possibilità di incorrere in problemi, reali o presunti, come quello di un probabile conflitto di interessi. Se avessero scelto un’altra figura professionale, adesso non starei nemmeno rispondendo a questa domanda. E’ stata una scelta del Governo e Barbara Lezzi avrà avuto tutte le ragioni per indicare Floro Flores».
L’indicazione di Floro Flores non è stata fatta anche da Roberto Fico?
«Guardi, questo non glielo so dire. So che si tratta di una scelta governativa. Lezzi comunque era il ministro incaricata della nomina, è stata una sua scelta».
Però di fatto, lei non ha risposto sulla questione del conflitto di interessi.
«Ribadisco, non è una questione che riguarda un nome in particolare. Floro Flores non lo conosco, non l’ho mai conosciuto, e quindi non ho niente contro di lui, trovo soltanto, nello specifico, ed è una mia opinione, che il ruolo di commissario straordinario non dovrebbe essere ricoperto da un imprenditore, si chiami pure Vincenzo Presutto».
La nomina di Floro Flores, come pure la questione del contro emendamento «nascosto», hanno fatto insorgere molti attivisti napoletani. Sullo sfondo il presunto patto tra Fico e de Magistris. C’è una possibilità che esista questo accordo?
«Credo che l’idea di questa presunta alleanza sia solo un modo giornalistico per parlare della questione. Non c’è niente di fondato. Roberto Fico è il presidente della Camera, è stato eletto anche dai cittadini di Bagnoli ed è il Movimento 5 Stelle».