di Giancarlo Tommasone
Decreto «salva Napoli», contro emendamento affossato, Bagnoli, debito ingiusto, presunto accordo tra Roberto Fico e Luigi de Magistris per le prossime Regionali. Su tali argomenti e sulla situazione amministrativa del Comune di Napoli, Stylo24 ha raccolto le considerazioni del senatore del M5S, Vincenzo Presutto.
Il dispositivo Grassi ha di fatto dato ossigeno e praticamente salvato il Comune di Napoli e il sindaco. Perché, secondo lei, è stato affossato il contro emendamento del M5S, che da un lato avrebbe ‘tutelato’ le casse della città, dall’altro avrebbe dichiarato incandidabile de Magistris per i prossimi dieci anni?
«Parto con una premessa, che serve anche a ribadire un concetto. Quello di Grassi non è un decreto salva Napoli, ma un dispositivo che riguarda circa 300 Comuni italiani. Un emendamento che non mi entusiasma, se proprio devo essere sincero, anche perché indica la debolezza a due livelli: quella dello Stato e quella dei Comuni. Quando si va ad attuare tale tipo di emendamento, si sta andando a mantenere ancora in vita un organismo che è gravemente malato. Questa malattia si è diffusa in diversi Comuni, ma il soggetto che più di ogni altri che non gode di buona salute è proprio lo Stato italiano. Tornando al contro emendamento, non direi che è stato affossato, direi piuttosto che la sua attuazione sarebbe stata di natura politica e costituzionalmente discutibile, perché sarebbe andato a ‘colpire’ direttamente un unico sindaco. Ragion per cui, alla fine, non se ne è fatto più niente».
Quindi, secondo lei, il M5S non ha salvaguardato Luigi de Magistris?
«Assolutamente no. Voglio chiarire che il M5S e io come espressione del Movimento e in quanto senatore della Repubblica, stiamo dalla parte dei cittadini, lavoriamo principalmente per il bene della collettività. Da privato cittadino, inoltre, mi augurerei, per Napoli e per i suoi abitanti, che l’amministrazione de Magistris andasse a casa, perché la sua gestione è stata fallimentare. Non solo dal punto di vista delle finanze, ma anche da quello della sicurezza. Il sindaco continua a dire che la mancanza di sicurezza è un problema che deve risolvere il Governo. Non è vero: anche lui è demandato a fare la sua parte e non la fa».
Cosa pensa del debito ingiusto e della battaglia del sindaco?
«Come la questione dell’accoglienza dei migranti, la vicenda del debito ingiusto è solo un’altra arma di distrazione di massa utilizzata da Luigi De Magistris. La questione incide, in percentuale, relativamente poco sulle finanze e sulla situazione economica del Comune, che non lo dimentichiamo, ha più di 2 miliardi e mezzo di debiti. Il debito ingiusto è sì una spina nel corpo dell’amministrazione, che è però gravata da tante altre spine (dagli effetti ben più deleteri) conficcate nel suo fianco».
Parliamo di Bagnoli e della carica di commissario che dovrebbe andare a Francesco Floro Flores, indicato dal ministro Lezzi. Crede sia la persona giusta, anche alla luce del fatto che l’imprenditore risulta essere il datore di lavoro del fratello del sindaco de Magistris?
«Al momento la nomina non è stata ancora ratificata. Il Governo si sta interrogando, quindi non posso esprimermi sulla cosa. Posso limitarmi a dire, al di là della questione del presunto conflitto di interessi da più parti ventilato, che non affiderei a un imprenditore l’incarico di commissario straordinario per Bagnoli».
Presunto patto Fico-de Magistris per le prossime elezioni regionali in Campania. Cosa pensa al riguardo?
«Sono un esponente parlamentare del Movimento 5 Stelle, in Senato. Personalmente, non mi hanno mai accennato a questo accordo. Naturale, poi ci possono essere simpatie, rapporti personali tra Fico e de Magistris, ma questa è un’altra cosa. Escludo che il Movimento possa legarsi al sindaco di Napoli, del resto basta sentire gli umori degli attivisti napoletani: capitasse una cosa del genere, il M5S sarebbe esposto al ‘linciaggio’ politico della sua stessa base storica. Comunque, per concludere, non ho informazioni a tal proposito, mi sorprenderebbe tantissimo, perché il Movimento 5 Stelle non fa accordi preventivi, di natura elettorale».