di Giancarlo Tommasone
La battaglia navale che da alcuni anni si combatte tra le compagnie armatoriali guidate rispettivamente da Vincenzo Onorato e da Manuel Grimaldi, fonderebbe gran parte delle radici, nella lotta dei traghetti verso e dalla Sardegna. Fino a quando Moby-Tirrenia è stata incontrastata su quella tratta – sottolineano gli ‘avversari’ di Onorato – le acque erano tranquille, ma con l’entrata in campo di Grimaldi sono diventate di colpo agitate. Proprio la Sardegna rappresenta la causa della maximulta di 29 milioni di euro comminata dall’Antitrust nei confronti di Moby e Cin (Compagnia italiana di navigazione) società del gruppo guidato dal patron napoletano Onorato, ‘patriota’ dei marittimi e uomo dalle spiccate simpatie grilline.

L’Antitrust, nel corso dell’istruttoria ha «accertato che Moby e Cin hanno posto in essere una composita e aggressiva condotta anticoncorrenziale volta a ostacolare la crescita dei propri concorrenti. In particolare, tale condotta si è realizzata, da un lato, attraverso ingiustificate ritorsioni e penalizzazioni, economiche e commerciali, nei confronti delle imprese di logistica che si sono avvalse dei servizi dei concorrenti, dall’altro, attraverso la concessione di vantaggi competitivi di varia natura alle imprese rimaste leali a Cin e Moby, affinché queste ultime potessero sottrarre commesse alle imprese di logistica divenute clienti degli armatori concorrenti dell’impresa dominante».
In parole semplici accade che Onorato avrebbe ‘tagliato fuori’, ‘lasciato a terra’ quelle ditte di logistica (specializzate nel trasporto merci) che avevano ‘tradito’, servendosi della concorrenza. Nel caso, servendosi dei traghetti della compagnia Grimaldi. Appunto. Non si è fatta attendere la risposta del gruppo Onorato: «Apprendiamo con stupore la decisione dell’Antitrust in cui veniamo accusati di aver ostacolato l’operatività di alcune società di logistica. Avendo le compagnie agito sempre con correttezza, nell’esclusivo interesse dei clienti e, laddove in essere, nel pieno rispetto dei contratti di servizio, siamo fiduciosi che, come già avvenuto in passato, la magistratura amministrativa, cui ci rivolgeremo, annulli la decisione confermando la nostra irreprensibilità».

Rincara la dose, invece il patron di Moby e Tirrenia: «Niente di nuovo sotto il sole, un atteso tentativo, fra i tanti, di vendetta del Sistema Italia-lobby contro l’occupazione del personale italiano. Singolare che l’Autorità Garante non si sia mai voluta interessare del monopolio sulla Sicilia nel settore dei trasporti via mare. D’altronde la storia di Petruzzella, presidente dell’Autorità Garante, parla da sé. Ben venga un nuovo Governo che faccia pulizia dell’ancién regime delle lobby».
Interessante la seconda parte della dichiarazione relativa al nuovo Governo. Vincenzo Onorato, infatti nell’ultimo periodo, in politica avrebbe cambiato rotta, allontanandosi da Renzi e avvicinandosi ad ambienti del Movimento 5 Stelle. Non dimentichiamo che alla vigilia del quattro marzo, l’armatore del ‘navigare italiano’ ha portato Grillo e Di Maio a Torre del Greco tra gli aderenti all’associazione Marittimi per il futuro. Gli operatori corallini hanno sposato dalla prima ora la lotta del ‘patriota’ Onorato.
Le puntate dell’inchiesta sulla ‘battaglia navale’ tra Onorato e Grimaldi: Tirrenia schiera la flotta «tricolore» contro Grimaldi, Un mare di soldi (ai sindacati) per la battaglia navale Tirrenia-Grimaldi, Formazione e reclutamento dei marittimi, l’asse sindacati-manning, Il mare? Ormai non bagna più la città di Torre del Greco, Onorato predica il «navigare italiano» e poi costruisce le navi in Cina