Gualfardo Montanari, già portavoce di De Luca, Bassolino, Cozzolino e Paolucci perde la causa. Per i giudici non ha ricoperto incarichi dirigenziali in amministrazioni pubbliche per un periodo non inferiore a 3 anni
di Fabrizio Geremicca
Aveva partecipato circa due anni fa al concorso bandito dalla Regione per 4 posti di «Dirigente Area Culturale e Comunicazione». Aveva superato di slancio gli scritti e si era piazzato in prima posizione agli orali. È stato però escluso per mancanza di uno dei requisiti di ammissione al bando: l’avere ricoperto incarichi dirigenziali in amministrazioni pubbliche per un periodo non inferiore a 3 anni. Ha presentato ricorso al Tar, ma i giudici lo hanno respinto.
Protagonista della vicenda è Gualfardo Montanari, professionista ben noto ai giornalisti che seguono i fatti della politica. Irpino, giornalista professionista, laurea in Scienze della Comunicazione (vecchio ordinamento) conseguita a Roma all’ateneo La Sapienza, Master in Editoria Digitale, è da 15 anni un assiduo inquilino delle stanze del potere.
La carriera di Gualfardo Montanari
Dopo gli esordi da collaboratore al Mattino ed all’Unità ed il praticantato svolto nella redazione de L’Articolo, ha inanellato incarichi come responsabile della comunicazione per Antonio Bassolino, Massimo Paolucci ed Andrea Cozzolino in diverse istituzioni, dalla Regione Campania all’Europarlamento. Da ultimo Vincenzo De Luca lo ha nominato «responsabile della informazione multimediale». Un incarico da 128.323 euro lordi annui, distribuiti su 13 mensilità. Tutt’altro che disprezzabili, ma legati alle alterne vicende della politica e dello spoil system.
Di qui, si presume, la scelta di Montanari di presentarsi al concorso per dirigenti, che gli avrebbe garantito, come si usa dire, un posto fisso e pure ben pagato. Ha dunque partecipato alla selezione dichiarando di «aver ricoperto incarichi dirigenziali in amministrazioni pubbliche per un periodo non inferiore a 3 anni» ed indicando le esperienze presso la Giunta Regionale della Campania dal 25 agosto 2009 al 17 giugno 2010 e dal 4 maggio 2018 al 26 agosto 2020.
Il primo incarico, in era Bassolino, «con funzioni di sviluppo strategico delle attività di comunicazione del Presidente relative all’utilizzo dei fondi europei in Campania e supporto allo sviluppo delle relazioni istituzionali in ambito comunitario». Scadeva al 31 dicembre 2009, ma fu prorogato anche per l’anno successivo e corroborato dall’interim del Servizio Informazione online, multimedia, comunicazione integrata del settore Stampa, Documentazione ed Informazione e Bollettino Ufficiale».
Il secondo incarico, in era De Luca, quale responsabile dell’informazione multimediale del Presidente di Giunta. Scadeva nel 2020 ma era stato rinnovato – come detto prima – nel 2021 e fino a conclusione di mandato del Presidente della Giunta. Ruoli di natura dirigenziale, secondo Montanari, grazie ai quali, dunque, sarebbe stato soddisfatto pienamente il requisito della esperienza triennale contenuto nel bando al quale aveva partecipato.
Le obiezioni di Palazzo Santa Lucia
Palazzo Santa Lucia ha obiettato tra l’altro che l’incarico ottenuto da De Luca «non può ritenersi dirigenziale, ma fiduciario». La faccenda è finita al Tar, che con provvedimento cautelare aveva sospeso l’esclusione di Montanari, permettendogli così di partecipare – con ottimi risultati – alla selezione ma poi, con sentenza di merito, ha stabilito che quella esclusione era legittima. Lui potrà ricorrere in appello al Consiglio di Stato. Intanto, però, le sue sorti in Regione restano legate alle vicende politiche di De Luca ed al suo eventuale terzo mandato.