Ombre sull’affidamento delle opere
di Giancarlo Tommasone
Sia il nome dell’imprenditore casertano Francesco Mattiello, che quello del funzionario del Comune di Napoli per la riqualificazione di Via Marina, Sandro Pietrafesa, compaiono nell’ordinanza relativa all’inchiesta «Piccola Svizzera». I due vengono intercettati mentre parlano in auto, e si fa menzione a loro nel corso di conversazioni che avvengono tra i componenti della cosca Montescuro. Va detto subito, Mattiello e Pietrafesa non risultano indagati (nell’inchiesta in oggetto), anzi l’imprenditore è parte offesa, perché secondo gli inquirenti, vittima di estorsione da parte dei clan. L’avviso di garanzia, però, Mattiello e Pietrafesa lo hanno ricevuto un po’ di mesi fa, per una vicenda sempre legata a Via Marina. Venne alla luce un presunto «patto» per veicolare appalti e sbloccare i finanziamenti. La Procura accese i riflettori su un gruppo che, secondo gli inquirenti sarebbe stato in grado di condizionare le gare pubbliche in alcuni lotti di lavoro di riqualificazione urbana.
Gli appalti di Via Marina
sotto la lente degli inquirenti
Undici gli indagati, tra essi oltre a Francesco Mattiello (per associazione per delinquere) e a Sandro Pietrafesa (corruzione e turbativa d’asta), anche gli imprenditori Vincenzo e Umberto Ianniello, un agente della polizia municipale, Luca Sepe, il funzionario del Comune di Napoli, Simona Fontana e il consulente del Municipio, Antonio De Luca. E tornando alla vicenda di Via Marina, un filone di indagine ebbe a che fare con l’ipotesi di ricettazione, in relazione alla sparizione (poi il materiale fu ritrovato) di una parte di basolato di proprietà del Comune, portando a un buco da 300mila euro.
Inchiesta anticamorra, tra gli indagati
c’è pure un geometra del Comune
Anche questa vicenda vide coinvolto Francesco Mattiello. Ma passiamo all’inchiesta «Piccola Svizzera», come riportato nel servizio pubblicato ieri da Stylo24, dagli atti emerge come Pietrafesa, intercettato in auto con Mattiello, abbia fatto osservare ai giudici: «Il direttore dei lavori del Comune di Napoli (Pietrafesa, ndr) era a conoscenza dei fatti criminosi e ometteva di denunciarlo alle autorità». Si tratta di una conversazione, durante la quale Mattiello parla al direttore dei lavori, dell’estorsione che starebbe subendo dal clan Montescuro (40mila euro).
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ha taciuto sulle tangenti in Via Marina»
Ma c’è di più, e la circostanza emerge sempre grazie all’attività di intercettazione predisposta dalle forze dell’ordine. Gli investigatori, il 13 marzo del 2017, captano una conversazione che intercorre tra il boss Carmine Montescuro (85 anni), alias zì Menuzzo e quello che è considerato il suo braccio destro, Nino Argano.
L’imprenditore marito
dell’ex sindaca di Carinaro
Quest’ultimo spiega al suo interlocutore: «La moglie di Ciccio (Francesco Mattiello) è il sindaco di Carinaro, ’o zio, un paese di Caserta. La moglie è sindaco, allora (lui) sta bene ammanigliato con la politica, avete capito?». Secondo quanto racconta Argano, «perciò questo (Mattiello) ha pigliato questo lavoro (appalto per la riqualificazione di Via Marina), tramite il direttore generale dei lavori del Comune di Napoli (Pietrafesa), per mezzo della moglie».
L’intercettazione
della conversazione
tra Nino Argano
e il boss Carmine
Montescuro
Quando parla del sindaco di Carinaro, Argano si riferisce a Marianna Dell’Aprovitola, alla guida del Comune della provincia di Caserta fino a giugno del 2018 (quando viene sfiduciata), e moglie dell’imprenditore Francesco Mattiello. Sottolineiamo e ribadiamo che né Dell’Aprovitola, né Mattiello, né Pietrafesa sono indagati nell’ambito dell’inchiesta «Piccola Svizzera». La circostanza che emerge dalle intercettazioni appena riportate, è naturalmente stata vagliata dagli inquirenti; e inoltre va detto che, allo stato, è da considerarsi come frutto delle mere considerazioni personali di Argano.