Il super pentito Luigi Rignante rivela i nuovi rapporti di forza all’interno dello Chalet Bakù: «L’accordo per lo spaccio è saltato»
di Luigi Nicolosi
Uno scontro fratricida, che rischia di spalancare le porte di Scampia all’ennesima fibrillazione tra gruppi di camorra. L’ultima, preoccupante spaccatura sarebbe avvenuta all’interno del clan degli Scissionisti, precisamente all’interno del cartello Notturno-Raia, con i primi che sarebbero stati completamente estromessi dalla gestione delle sempre remunerative piazze di spaccio dello Chalet Bakù, storica roccaforte della cosca protagonista, insieme agli Abbinante e agli Abete, della terza faida di Scampia, quella che pochi anni fa li vide contrapporsi al temibile gruppo della Vanella Grassi.
L’inedito retroscena è stato svelato da Luigi Rignante, ex narcos del rione Monterosa da pochi mesi passato tra le fila dei collaboratori di giustizia. Il neo pentito con le sue dichiarazioni sta facendo letteralmente tremare il clan degli Scissionisti, avendo anche fatto luce su alcuni gravi fatti di sangue, come il recente omicidio di Vincenzo De Luca, alias “Tarantella”. L’ex uomo degli Abbinante non si è però limitato a questo e ha anche fornito una lunga ricostruzione degli attuali rapporti di forza all’interno del cartello scissionista. Sul punto, ecco quanto messo a verbale appena il 13 dicembre scorso riconoscendo davanti ai pm della Procura di Napoli il ras Raffaele Notturno: «È il fratello di Vincenzo e Gennaro. Prima dell’ascesa dei Raia, era lui ad avere il comando dello Chalet Bakù (2017), che poi ha perso con l’uscita del carcere dei fratelli Raia (verso la fine del 2018), tanto che negli ultimi periodi Notturno non ha più nessun ruolo».
Quello descritto da Luigi Rignante si configura dunque come uno scenario inquietante, dai risvolti potenzialmente esplosivi. Entrambi i gruppo in passato hanno infatti ampiamente dimostrato di non avere alcuna remora a fare ricorso all’uso di armi per conquistare il controllo degli affari criminali. E, visto l’imponente giro di spaccio ancora oggi presente al Bakù, la posta in palio resta altissima. «Addirittura era confinato a casa – ha spiegato il pentito – e non scendeva più, temendo ritorsioni da parte dei Raia. All’uscita dei Raia, con i Notturno si erano inizialmente divisi i Lotti Ta e Tb dello Chalet Bakù, l’uno, quello lato via Ghisleri, era dei Raia, l’altro, quello dal lato di via Fratelli Cervi, era sotto la gestione di Raffaele Notturno, che abita proprio in quei palazzi. Poi dopo pochi mesi c’è stato un litigio e i Raia si sono presi tutto, con il supporto sia degli Amato-Pagano che degli Abbinante. Queste cose le so perché me le diceva Raffaele Abbinante, che anzi una voltami disse espressamente che i fratelli Raia “facevano parte della famiglia” e io dovevo stare a loro disposizione per qualsiasi cosa».