di Luisa Liccardo
Domenica 24 settembre, la consueta tranquillità di Piazza San Marco a Venezia è stata rotta da un episodio di violenza, alla vista del famoso Palazzo Ducale.
La disputa, ripresa da un video, ha visto coinvolti quattro turisti, presumibilmente stranieri, e i camerieri di un famoso locale, facilmente riconoscibili dalle loro divise bianche. La situazione è presto sfociata in una rissa, con calci, spintoni e sedie che venivano lanciate e le immagini dell’accaduto sono subito diventate virali sui social media.
Secondo quanto riportato dai media locali, la controversia sarebbe scoppiata quando i camerieri hanno negato ai turisti l’accesso ai servizi igienici dato che non avevano consumato nulla. Questo comportamento è in linea con quanto stabilito dalla sentenza del TAR Toscana n.691 del 18 febbraio 2010. In assenza di normative comunali specifiche, la sentenza ha stabilito che l’uso gratuito dei servizi igienici potrebbe essere gravoso per i gestori di locali, quindi l’accesso è riservato a chi consuma.
Sebbene i turisti non avessero alcun diritto di usufruire dei servizi igienici, l’escalation di violenza che è seguita è motivo di seria preoccupazione.
In un mondo ideale, i dipendenti di qualsiasi esercizio pubblico dovrebbero essere in grado di gestire situazioni di questo tipo in modo pacifico e professionale. Episodi come questi, inoltre, possono avere ripercussioni negative sullo status e sulla reputazione del locale coinvolto e della località turistica in generale. I visitatori, infatti, potrebbero essere dissuasi dal visitare luoghi dove tali incidenti sono considerati possibili o addirittura comuni.
La soluzione a questo problema non è semplice. Da un lato, è necessario che i gestori dei locali e i loro dipendenti siano adeguatamente formati per gestire le situazioni di conflitto in modo professionale e non violento. Dall’altro, è fondamentale che i comuni provvedano a garantire l’accesso a servizi igienici pubblici adeguati, in modo da prevenire situazioni simili.