Nonostante il rito abbreviato, arriva la stangata per le nuove leve del gruppo camorristico, finite in manette in un blitz dello scorso luglio.
Nel complesso, le nuove leve del clan della Vanella Grassi sono state condannate a 530 anni di carcere. Una vera e propria stangata, che arriva nonostante la scelta del rito abbreviato, in grado di infliggere un colpo mortale al gotha del gruppo camorristico delle Vele, finito in manette proprio un anno fa.
Vanella Grassi, le condanne
Nel dettaglio, come riporta un articolo del ‘Roma’, a firma del collega Luigi Nicolosi, ecco le pene più dure inflitte dal giudice Sepe: Salvatore Petriccione 20 anni, Vincenzo Spera 16 anni, Vincenzo Grimaldi 18 anni e 4 mesi, Salvatore Lamonica 12 anni, Gennaro Romano 10 anni, Raffaele Paone 12 anni e 4 mesi, Salvatore Criscuolo 11 anni e 4 mesi, Luigi Di Natale 12 anni, Pietro Del Piano 11 anni, Nicola De Maso 13 anni, Luigi Burzio 12 anni e 4 mesi, Giuseppe Rapillo 10 anni e 8 mesi, Angelo Angrisano 19 anni, Emanuele Mincione 13 anni e 8 mesi, Carmine Ricci 12 anni, Giovanni Strazzulli 12 anni e 8 mesi, Carmine Casaburi 10 anni e 8 mesi, Alessio Angrisano 18 anni, Vincenzo Carella 10 anni, Nunzio Pecorelli 10 anni e 8 mesi, Giuseppe Scarpellini 10 anni e 8 mesi, Francesco Forte 10 anni e 8 mesi, Mario Costagliola 8 anni, Antonio Saggese 7 anni, Luigi Pappagallo 9 anni, Nico Grimaldi 10 anni, Pasquale Parziale 3 anni.
Una inchiesta che ha consentito agli inquirenti di disarticolare il gruppo della Vanella Grassi, capeggiato dal boss Salvatore Petriccione, “‘o marenaro”, poi diviso in diverse ramificazioni territoriali, uscito “vincitore” dalla terza faida di Scampia e, di conseguenza, egemone nella gran parte della periferia nord di Napoli.