Le elezioni del presidente sono bloccate e chissà quando si faranno
di Marcello Lala
Spesso gli imprenditori criticano la politica e spesso criticano i tatticismi e la poco trasparenza delle manovre di palazzo. Quello che sta accadendo all’Unione degli industriali di Napoli certo non è tanto diverso dai giochi di palazzo tanto criticati siano essi a Palazzo San Giacomo o Palazzo Santa Lucia , Palazzo Partanna non è da meno. Le elezioni del presidente degli industriali di Napoli sono bloccate e chissà quando si faranno perché a seguito delle dimissioni dovute ad un balzo in avanti nella carriera associativa di Vito Grassi (nominato vice presidente di confindustria) si sono create due fazioni a dir poco litigiosissime.
Una capeggiata da Francesco Tavassi che è il rinnovamento nella continuità della gestione Grassi ed un’altra capeggiata dal simbolo della vecchia guardia il Cavaliere Costanzo Iannotti Pecci. Ora al di la dei formalismi e della burocrazia che in queste ore stanno riempiendo le pagine dei quotidiani partenopei dobbiamo dire che questa diatriba non fa bene a Napoli ed alla imprenditoria partenopea. Mentre i giovani imprenditori napoletani hanno riconosciuto all’unanimità la leadership di Alessandro Di Ruocco che sicuramente sarà unitamente al suo gruppo il futuro della politica confindustriale della città di Napoli e della Campania in generale, i senior avrebbero dovuto, considerato il particolare momento che stiamo vivendo e cioè la più grande crisi dal dopoguerra ad oggi, rispondere allo stesso modo alle esigenze del territorio. Invece, giochi di “palazzo” appunto ,richiamano a noi la peggior politica.
Napoli e la Campania e soprattutto le tante imprese presenti su questo martoriato territorio fatto di mille difficoltà oggettive e soggettive non meritano questo e non meritano altre guerre. Ricordiamo tutti la lunga diatriba che riguardava l’elezione alla Camera di Commercio di Napoli di Ciro Fiola, conclusasi ovviamente con la conferma di Fiola a Presidente. Un nulla di fatto che ha solo danneggiato l’operatività di un ente che oggi è sicuramente molto più operativo e presente di tanti altri.
Chi scrive si aspetta non burocratese ma proposte, che è quello che una classe imprenditoriale deve fare per stimolare la politica che a breve si rinnoverà alla Regione Campania come al Comune di Napoli. I temi sul tappeto sono tanti e complessi ed alcuni aspettano risposte ed investimenti concreti da circa 30 anni. Non giochi di palazzo dunque non diatribe burocratiche per rallentare l’elezione e ciurlare nel manico ma una rapida scelta per far partire presto Confindustria Napoli e farla trovare pronta e combattiva ai prossimi appuntamenti con la nuova classe dirigente che dirigerà la Regione e la città di Napoli.
