Il clan Polverino trasferì in Catologna una grossa cifra per ottenere il «via libera» al passaggio della droga
Una maxi mazzetta ad alcuni appartenenti alla Guardia Civil spagnola perché chiudessero un occhio sui traffici illegali del clan Polverino in terra iberica. Così l’organizzazione criminale di Marano di Napoli riusciva a far arrivare in Italia la droga proveniente dal Marocco. L’espediente è emerso nelle indagini delle forze dell’ordine e riportate dalle autorità giudiziarie italiane nell’ordinanza che ha colpito la consorteria a maggio 2013.
Attraverso un’intercettazione ambientale, grazie a una microspia piazzata su di una vettura, gli inquirenti sono riusciti ad ascoltare una conversazione molto importante avvenuta nel garage del boss Giuseppe Polverino a Coma Ruga, località balneare nel comune di El Vendrell, nella provincia di Tarragona, in Cataloga. In quell’occasione un affiliato del clan, M.M. aveva trasportato, con un’auto provvista di doppio fondo, secondo l’ordinanza, circa 450mila euro dall’Italia alla Spagna «per consegnare una parte del denaro a Giuseppe Polverino, capo del clan omonimo, all’epoca ricercato solo in Italia per scontare un periodo di detenzione presso una casa di lavoro – e nella conversazione è possibile ascoltare la sua voce mentre chiede conto a M. del denaro portato» dal Bel paese.
«Dalla predetta somma – spiegherà in seguito il pentito Domeico Verde – 150.000 restavano al Polverino mentre i restanti 300.000 sarebbero stati mandati a me e R. V. che ci trovavamo a Siviglia e che li avremmo successivamente consegnati a personale della Guardia Civil affinché lasciassero transitare il camion contenente lo stupefacente».