Lo scrittore Maurizio De Giovanni a Stylo24: «Il Pd è una sorta di carrozzone. È la vecchia Democrazia Cristiana»
di Raffaele Ambrosino
Dopo l’articolo pubblicato su Stylo24 con il quale abbiamo raccontato il rapporto articolato tra Maurizio De Giovanni, Elly Schlein, Vincenzo De Luca e la sinistra in generale, lo scrittore risponde alle nostre domande.
La politica non significa solo ricoprire un ruolo riconosciuto nelle istituzioni, ma è anche partecipare attivamente al dibattito pubblico. Nell’accezione positiva del termine, si sente soggetto politico?
«Gli ultimi dieci anni della mia vita sono stati molto intensi lavorativamente. Ho venduto circa tre milioni di copie dei miei libri e sono ben cinque le fiction televisive in onda e in programma su vari canali Tv e piattaforme on line. Dico questo perché questa condizione mi consente di non dover cercare entrature, amicizie o altro, che pure negli ambienti politici è ricercato da taluni. Insomma, benché mi sia stato chiesto più volte di candidarmi, ho sempre rifiutato e affermo con convinzione che mai mi candiderò in politica. Capisco che oggi basta essere un poco noti per diventare interessanti politicamente. Attualmente, la politica funziona troppo per immagine, molto più di prima. Qualche decennio fa sapevamo chi fosse la moglie di Andreotti? Oppure conoscevamo i volti dei figli di Cossiga? Oggi invece conosciamo tutto di tutti, o quasi. Una cosa quindi è l’appartenenza, un’altra è partecipare al dibattito pubblico, che diventa quasi un obbligo per chi ha un microfono in mano, per chi ha un fascio di luce addosso e vuole dire la sua. Ho idee, mi piace esprimerle liberamente, condividendo o meno ciò che dice qualsiasi leader politico»
In piazza del Popolo
Intervenire dal palco del Pd, in piazza del Popolo, davanti a 50mila persone e accanto a Elly Schlein, un po’ di appartenenza la scopre. A proposito, com’è nata la cosa?
«Elly Schlein mi ha chiamato qualche sera prima chiedendomi di intervenire, come persona non del partito, da esterno, sul tema dell’autonomia differenziata»
Ecco, sull’autonomia differenziata: lei ha usato un termine forte dal palco, l’ha definita una porcata. A prescindere dai pregiudizi sulla Lega di Salvini, crede che un partito pienamente nazionalista, come Fdi, la stessa Forza Italia, attenta da sempre ai temi del sud dove resiste con un certo consenso elettorale, permetterebbero l’approvazione di una riforma contro i meridionali?
«C’è un progetto di legge già in parlamento, confermo che per me è una porcata, anche peggio. Penalizzerebbe il sud, perché ad ora non abbiamo una parità di risorse in partenza. A parità di risorse in partenza, il discorso sarebbe diverso»
Elly Schlein, secondo lei, è troppo sbilanciata a sinistra?
«Non la conosco molto bene, ma non credo. È molto centrata sui diritti civili certamente, diversa però dalla sinistra fondata più sui temi del lavoro, ben rappresentata per esempio da Landini della Cgil»
Il presidente della Regione Campania
Terzo mandato De Luca, cosa ne pensa? Non è giusto secondo lei che siano i cittadini a decidere se un governatore, oppure un sindaco, debba fare o meno più di due mandati?
«In linea di massima credo che più di dieci anni a capo di amministrazioni locali possano portare a delle sconvenienti incrostazioni. Sono sostanzialmente contrario anche perché le interazioni con l’ambiente e con le risorse economiche sono diverse rispetto, per esempio, ai mandati parlamentari»
Che ruolo politico vedrebbe per De Luca nel caso non riuscisse a candidarsi per il terzo mandato? Avrebbe secondo lei, le caratteristiche per candidarsi come segretario nazionale al prossimo congresso o in caso di dimissioni premature di Elly Schlein? Per le europee si vota in primavera…
«Penso che il Pd oggi sia una sorta di carrozzone. Penso che il centrosinistra abbia bisogno di una forza veramente di sinistra in questo momento. Il Pd lo vedo come la vecchia Democrazia Cristiana dell’epoca mia passata»
La coppia Fratoianni-Bonelli a sinistra non basta?
«Non credo. De Luca potrebbe essere una soluzione, lo vedo come un Calenda a sinistra del Pd, per richiamare a sé quel consenso che è anche fuori dal Pd»
Quindi un De Luca che costituisse una propria formazione politica rafforzerebbe il centrosinistra?
«Sì, piuttosto che segretario del Pd, lo vedo a capo di un nuovo partito tutto suo»