Sullo sfondo il patto segreto tra arancioni e grillini
di Giancarlo Tommasone
Cose che non ti aspetti, eppure accadono. La politica è strana assai, per esempio può pure capitare che un senatore che ha salvato l’amministrazione arancione dal default, vada a rimpinguare le fila dell’attuale «nemico» numero 1 di Giggino, Matteo Salvini. E’ il caso dell’ex pentastellato Ugo Grassi (nato a Napoli, residente ad Avellino), per il quale, nelle scorse ore è stato ufficializzato il passaggio nel Carroccio, insieme ai senatori Francesco Urraro (di San Giuseppe Vesuviano) e allo spoletino Stefano Lucidi. Per chi non se lo ricordasse, va detto che Grassi è quello del famoso emendamento salva-Comuni, ribattezzato immediatamente il «salva-Napoli». Si tratta della norma a sua firma inserita nel Milleproroghe.
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il Movimento 5 Stelle salva Giggino
Ugo Grassi, a settembre del 2018, intervenne, rispondendo su Facebook, alle critiche piovute da più parti. In molti sollevarono dubbi sulla costituzionalità della legge e sul fatto che avrebbe potuto rappresentare (come poi ha rappresentato) l’ancora di salvezza, in particolare per il capoluogo partenopeo, di Comuni condannati al dissesto. Cosa, tra l’altro, che fu ribadita attraverso una nota dell’associazione dei giudici erariali. Proprio contro il «parere» della Corte di Conti, che aveva definito l’emendamento un «inutile accanimento terapeuitco» per Enti già tecnicamente in dissesto, si era però alzata la difesa di Grassi. «Ci si dimentica – scrisse Grassi – che nessun emendamento è scritto in solitudine. Da un punto di vista politico non condivido l’egocentrismo dei napoletani che ritengono la norma scritta per loro. In quelle ore convulse e notturne pensavamo ai 300 comuni coinvolti, molti dei quali, pur in pre-dissesto, ad un passo dalla salvezza». E poi come è andata a finire? Che è passata la linea dell’inciucio. Qualche giorno dopo le dichiarazioni dell’ormai ex senatore grillino, si assistette a una manovra da Prima Repubblica. Il Movimento 5 Stelle riuscì a salvare de Magistris. Il disco verde fu alzato all’esito delle commissioni Bilancio e Affari costituzionali della Camera. A favore, non solo votò la maggioranza (all’epoca giallo-verde), ma tutto il centrodestra. Il Pd si dichiarò contrario.
La manovra di ripiegamento / Emendamento
salva-Giggino, il senatore M5S fa marcia indietro
Ma tornando alla salva-Napoli, il via libera alla norma, rese vano il contro emendamento che avrebbe «sfrattato» Luigi de Magistris e la sua amministrazione. La contromossa era quella a cui aveva lavorato da luglio ad agosto 2018 un pull formato da attivisti napoletani del M5S, due professori universitari e tre parlamentari grillini. Come riportò in esclusiva Stylo24, si trattava di un correttivo all’emendamento Grassi. In cosa consisteva la postilla? Gli amministratori dell’Ente che avrebbero aderito al salva-finanze avrebbero, sì, avuto la possibilità di poter diluire il debito in 30 anni, ma avrebbero subìto la stessa sorte di coloro che dichiarano dissesto. Vale a dire? L’incandidabilità per 10 anni, cosa che avrebbe rischiato seriamente di mettere fine alla carriera politica del sindaco di Napoli. Lo stesso Grassi (risulta sempre a Stylo24) aveva detto in privato, credendosi al sicuro da occhi e orecchi indiscreti, che non aveva alcun tipo di pregiudiziale nei confronti di un emendamento che andasse nella direzione di salvare le finanze, ma che allo stesso tempo sanzionasse gli amministratori incapaci.
L’esclusiva di Stylo24 / Contromossa M5S:
così vuole rendere incandidabile deMa
E poi, cos’è successo? E’ successo, come scrivemmo all’epoca dei fatti, che il M5S si piegò alla ragion di Stato. La linea adottata dai grillini, da un lato, arrivò al salvataggio di de Magistris, definitivamente, dall’altro vide intrecciate – secondo alcune voci di storici attivisti del M5S raccolte dal nostro quotidiano – la norma salva-Giggino con la nomina del commissario governativo per Bagnoli, Francesco Floro Flores. Val la pena riportare quanto ci confidò, al riguardo, un grillino della prima ora: «Nessuno ha voluto prendersi la responsabilità di fare un’opposizione seria e dura al sindaco di Napoli. A questo punto, penso, e pensiamo, che l’accordo segreto tra una parte del Movimento e de Magistris sia qualcosa di più concreto di una ricostruzione giornalistica». Chissà , adesso, cosa penserà de Magistris di chi prima ha contribuito a salvare la sua amministrazione, e poi è passato dalla parte del «nemico». La politica è strana, è strana assai. Il più delle volte capitano le cose che mai ti aspetteresti.