di Giancarlo Tommasone
Il nuovo corso per Ugo De Lucia coincide con il suo arrivo nel carcere di Padova, dove è detenuto dal 2012. E’ nel penitenziario veneto che inizia a camminare nella direzione opposta rispetto a quella fin lì imboccata. Le informazioni raccolte da Stylo24 al riguardo, danno il quadro di una persona che almeno nelle intenzioni ha voluto o dovuto lasciarsi alle spalle il passato, quello che lo aveva portato all’ergastolo.
E’ cambiato Ugo De Lucia, è cambiato tanto.
Nel volto, nel fisico e dicono (e dice) anche nella testa.
La muscolatura possente e definita è segno di una alimentazione metodica e costosa, che non può coincidere con quella del carcere. Indice di una disponibilità economica tale che lo porta anche a prendere in affitto una casa in provincia di Padova, per avere vicino a sé la famiglia quando usufruisce dei permessi premio. Il suo nucleo, all’epoca della decisione di mettere radici nella città veneta, è composto ancora soltanto dalla moglie e dai due figli.
Il terzogenito arriverà alla fine del 2016.
Fattore importante del cambiamento che dice di aver intrapreso sarebbe rappresentato dalla fede cattolica, tanto che ha progettato di coronare un sogno della moglie: potersi sposare anche in chiesa. Quello che fu il superkiller dell’ala militare dei Di Lauro, durante la sanguinosa faida di Scampia, «è diventato – secondo quanto apprendiamo – a tutti gli effetti, un padre ed è riuscito ad aiutare la crescita dei figli anche economicamente».
Ugo De Lucia, già da alcuni anni, è impiegato in un call center
che si occupa delle prenotazioni per gli ospedali di Mestre e di Padova.
Questa è dunque la seconda vita del killer di Gelsomina Verde: una seconda possibilità che i giudici di sorveglianza hanno accordato a Ugariello, per motivi familiari, anche in virtù della buona condotta avuta dal detenuto all’ergastolo. Il 39enne (compirà 40 anni a novembre) attraverso tali permessi è riuscito a stare accanto ai suoi parenti, non è escluso, che sia tornato addirittura a Napoli e a Secondigliano, nel corso di puntate veloci: una sorta di ritorno al passato.
Chissà, nel caso, abbia fatto quel viaggio a ritroso, come saranno cambiati quei luoghi alla sua vista, rispetto alla sua memoria.
Nel 2015, dopo tre anni che si trovava a Padova, Ugo De Lucia, ha rischiato di essere trasferito, e di dire addio alla sua nuova vita. Ma ad oggi si trova recluso ancora presso il penitenziario patavino. Quello che vive ultimamente rappresenterebbe un periodo molto delicato per il suo nuovo corso, uno step verso una successiva evoluzione.
Ancorata al passato, quello più nero e sconsolante, quello
che si riflette in un presente beffardo, è invece la famiglia
di Gelsomina Verde, vittima innocente della camorra.
Proprio nelle scorse ore, il Tar ha rigettato l’impugnazione contro la decisione dell’Avvocatura dello Stato e del ministero dell’Interno di negare ai familiari della 22enne il risarcimento disposto per le vittime innocenti della criminalità. Il motivo? Non ne hanno diritto perché un cugino di secondo grado del padre di Mina aveva avuto precedenti di tipo associativo.
Un parente che nessuno della famiglia della giovane,
né tanto meno quest’ultima, aveva mai e poi mai frequentato.
Inoltre c’è la questione del risarcimento di 300mila euro che Cosimo Di Lauro aveva proposto al nucleo familiare della giovane. I soldi, di natura lecita, provenienti da un indennizzo di un’assicurazione per un incidente occorso a Cosimino, erano stati accettati.