Omicidio di Vincenzo Priore: esclusa l’aggravante mafiosa, ma per Mango e Annunziata arriva comunque la stangata
di Luigi Nicolosi
I giudici di secondo grado escludono l’aggravante della finalità mafiosa, ma per Luigi Mango e Gianluca Annunziata la stangata non cambia. Entrambi accusati di essere i responsabili dell’omicidio di Vincenzo Priore, il giovane assassinato nel 2012 alla Masseria Cardone dopo una furibonda rissa in discoteca, incassano la pena dell’ergastolo. Accolte in pieno, dunque, le richieste di condanna avanzate dalla Procura, che poche settimane fa aveva chiesto la conferma della sentenza di primo grado.
Vincenzo Priore non era un malvivente. Aveva alle spalle qualche amicizia “a rischio” ma nessun guaio giudiziario. La sua unica colpa, in quella maledetta notte del 15 novembre 2012, fu quella di litigare in discoteca con le persone sbagliate: due rampolli dell’allora temibilissimo clan Lo Russo che di lì a qualche ora gli avrebbero presentato come conto un’atroce vendetta. Vittima di un agguato nel cuore della Masseria Cardone, a Secondigliano, il giovane non ebbe alcuna possibilità di scampo. Dopo un’interminabile e assai complessa attività di indagine, alla fine del 2019 finirono in manette i due presunti responsabili dell’imboscata: vale a dire Luigi Mango, cognato del ras di Miano Valerio Nappello, e Gianluca Annunziata, già detenuti e condannati per camorra e racket. Nonostante i due presunti killer si siano sempre professati innocenti, per loro è arrivata nel luglio del 2020 la prima stangata giudiziaria: entrambi sono stati infatti condannati alla pena dell’ergastolo. Condanna ribadita oggi anche dai giudici della seconda sezione della Corte d’assise d’appello.