La Procura di Napoli Nord, intanto, annuncia il ricorso in Appello per ottenere la condanna di Valentina Casa, madre del piccolo Giuseppe, morto per i colpi inferti dal patrigno a Cardito.
La Procura di Napoli chiede che venga riformata la sentenza emessa in primo grado nei confronti di Vincenzo Lopresto, condannato, con rito abbreviato, a 10 anni di reclusione per l’omicidio preterintenzionale della moglie, Fortuna Bellisario, avvenuto nel 2019 a Napoli. Secondo l’istanza presentata dai magistrati, l’uomo dovrebbe essere ritenuto colpevole di omicidio doloso, reato del quale era stato accusato proprio all’inizio del procedimento nei suoi confronti, prima dell’attenuazione in preterintenzionale. Le scorse settimane, dopo due anni di reclusione, per problemi di deambulazione che lo portano a stare su una sedia a rotelle, Lopresto è stato messo agli arresti domiciliari presso la casa della madre nel rione Sanità.
La Procura di Napoli Nord, intanto ha presentato istanza di appello ai giudici di secondo grado di Napoli per ottenere la condanna di Valentina Casa, la madre del piccolo Giuseppe, ucciso il 27 gennaio 2019 a Cardito dal patrigno Tony Essobti Badre, condannato, invece, all’ergastolo per l’omicidio del bambino e il tentato omicidio della sorella Noemi. La sentenza, per i sostituti della Procura di Napoli Nord Fabio Sozio e Paola Izzo, sarebbe illogica e contraddittoria sotto diversi aspetti, tanto da preannunciare la volontà di tornare ad ascoltare ben 18 testimoni, già sentiti in primo grado, per fornire alla Corte tutte le prove in grado di far condannare la Casa per non aver difeso i propri figli.
Per i due pm, durante il “martirio dei due bambini”, la madre, di fronte alle violenze del compagno, sarebbe stata inerme se non addirittura attiva nel cercare di nascondere le tracce. La Procura ha sempre negato le circostanze secondo cui la donna avrebbe provato a difendere i piccoli, sulla base delle intercettazioni dello stesso Badre dopo l’arresto, le testimonianze altri elementi prodotti in giudizio.