L’attività illecita gestita dal clan Contini
di Giancarlo Tommasone
Aveva trovato uno stratagemma assai fantasioso (anche se discutibile) per giustificare le somme esorbitanti che puntualmente versava sul suo conto alle Poste. Del resto, pensava: meglio far credere che sono una prostituta che far scoprire da dove viene tutto quel denaro. L’escamotage era adottato dalla suocera di Giovanni Barbato (un «telefonista», vale a dire di uno di quelli che contattavano le vittime da raggirare), tra gli 83 indagati nell’ambito dell’inchiesta Condor. L’operazione scattata lo scorso otto novembre ha scompaginato una organizzazione con base a Napoli ma ramificata in tutt’Italia, e dedita alla truffa agli anziani. A dare una spallata al gruppo, sono stati i collaboratori di giustizia, in particolare sono risultate essere molto importanti le dichiarazioni di Giovanni Fortunato, 30enne napoletano. E’ lui la voce di dentro della batteria che opera dalla sede distaccata di Melegnano, in provincia di Milano. Sentito il 13 giugno scorso, il pentito dichiara di riconoscere dalla foto la suocera di Barbato, tale Paola che «prendeva in consegna da Barbato i soldi delle truffe». «Barbato – aggiunge Fortunato – mi ha detto che alla suocera, alla quale dava i soldi, alle Poste le hanno contestato la somma eccessiva di soldi sul conto, e, per come la stessa Paola mi ha raccontato, lei si sarebbe giustificata dicendo che faceva la prostituta». Secondo quanto ricostruisce il collaboratore di giustizia, emerge che Giovanni Barbato può contare anche sulla disponibilità di due bassi.
I soldi dei raggiri
investiti nell’acquisto di Rolex
La truffatrice che ha paura dei ladri
«E so avere (che Barbato ha) due cassette di sicurezza al Banco di Napoli. In una circostanza, dopo aver cambiato dell’oro presso una gioielleria, Barbato è andato a riporre i soldi all’interno di queste cassette di sicurezza. La moglie di Barbato, per non fargli sperperare il denaro, comprava come investimento, orologi Rolex. Infatti ne ha molti e so che quando esce di casa per paura di essere derubata, uno lo indossa e gli altri li porta appresso. Barbato ha tanti soldi. Una volta con una persona sono andato a parlare con il titolare di un bar cinese a Milano, vicino Piazzale Loreto, per rilevare l’attività nell’interesse di Barbato che voleva fare un buon investimento, ma poi non se n’è fatto più niente», afferma il pentito. Tanti i soldi nella disponibilità del gruppo, soldi sporchi, guadagnati truffando anziani di mezza Penisola.