Marcello Lala sul Referendum per il taglio dei parlamentari: frutto di anni di demagogia e populismo becero
di Marcello Lala
Nella pessima campagna elettorale che è iniziata da qualche giorno per il rinnovo del Consiglio Regionale della Campania siamo chiamati a votare anche per il referendum sul taglio dei parlamentari. Come molti costituzionalisti dicono per il taglio di un caffè si toglierà la parola ai cittadini. Questo referendum a nostro modesto parere è il frutto di anni di demagogia e populismo becero basata sulla stupida e a dir poco pretestuosa battaglia anticasta.
Tutti gridavano contro la casta dei parlamentari per poi diventare essi stessi casta ed alimentare il vento del taglio dei parlamentari per rafforzare la casta stessa ancor di più.
Quello che ancor di più ci colpisce è che i parlamentari del sud sono sicuramente i più colpiti da questo taglio e che nessuno dico nessuno di loro abbia alzato il dito per chiedere chi rappresenterà le ragioni del sud nel prossimo futuro. Noi avremo un paese rappresentato a macchia di leopardo. In molte Regioni piccole e medie in Senato andrebbero due, forse tre forze politiche, lasciando senza voce un’ampia percentuale stimabile intorno al 15-20% del corpo elettorale. Con l’inevitabile conseguenza di un disallineamento con la Camera dove le stesse forze, invece, riuscirebbero ad avere una congrua rappresentanza.
Inoltre, cosa ancor più grave ed importante i correttivi che sono in discussione avrebbero ridotto il danno della rappresentanza, senza eliminarlo del tutto. La prova per esempio sta nel fatto che la proposta di Giuseppe Brescia (presidente della commissione Affari costituzionali della Camera) sulla nuova legge elettorale inserisce il sistema proporzionale, ma lascia il voto bloccato. Il che significa che i parlamentari continueranno ad essere non scelti dagli elettori ma dalle oligarchie di partito che avranno il compito facilitato dal fatto che sono di meno. E, come accade dal 2006 continueremo ad avere un parlamento di nominati causa prima dello scadimento della politica italiana.
Quindi una riforma del genere non può passare solo attraverso un semplice quesito ma avrebbe dovuto essere parte di una riforma più complessiva ed ampia dello Stato. Ma il disegno sembra esser chiaro, se passa il si ci sarà meno rappresentanza più oligarchia e un ulteriore impoverimento del dibattito politico. A conferma che il disegno di una Italia debole e gestita da pochi o meglio da piccoli gruppi di potere politico finanziario è un disegno che parte da lontano a compimento di quella profezia che Bettino Craxi fece in uno dei famosi video che circolano in rete.