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Home Inchieste e storia della camorra

Le casse vuote del clan, niente soldi al boss Contini

di Redazione
9 Agosto 2019
in Inchieste e storia della camorra
Tempo di lettura: 2 minuti
Il boss Edoardo Contini al momento dell'arresto

Il boss Edoardo Contini al momento dell'arresto

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di Giancarlo Tommasone

Il clan del Vasto-Arenaccia arriva a vivere difficili momenti dal punto di vista economico, sotto la reggenza di Antonio Aieta (cognato dei boss Patrizio Bosti, Edoardo Contini e Francesco Mallardo). Tanto è vero che si «negano» addirittura alla moglie di Edoardo Contini detto ‘o romano (fondatore dell’omonima organizzazione criminale) diecimila euro, che le servono per recarsi al colloquio col marito detenuto. La circostanza emerge da una serie di intercettazioni allegate all’ultima inchiesta contro l’Alleanza di Secondigliano.

Dopo aver partecipato a un vertice a San Giovanniello (Via San Giovanni e Paolo, dove risiede «lo stato maggiore» della cosca), Vincenzo Tolomelli (considerato elemento di spessore del gruppo), parlando con alcuni sodali, racconta come si sia visto negare la richiesta di cui si è fatto latore, ed avanzata dalla moglie di un detenuto.

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All’inizio, Tolomelli non identifica la donna, poi alla fine della conversazione afferma che si tratta della «moglie di Eduardo (Edoardo Contini, ndr) che ha mandato a cercare le mesate». Gli inquirenti, sottolineano come la donna in questione sia Maria Aieta, consorte appunto di Edoardo Contini e sorella di Antonio Aieta (detto ‘o piccirillo, e all’epoca reggente della cosca).

Nel corso del summit a San Giovanniello, ricevuta la risposta negativa alla richiesta, Tolomelli racconta ai sodali, avrebbe detto ai presenti che avvertissero loro, la moglie del detenuto, poiché lui aveva fatto soltanto da «messaggero».

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Ma perché non era stato possibile fare seguito alla richiesta? Per il fatto che nelle casse del clan non ci fossero soldi. A spiegarlo ai sodali, è lo stesso Tolomelli, che si lamenta del comportamento di Antonio Grasso (che all’epoca avrebbe ricoperto il ruolo di cassiere dell’organizzazione criminale).

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Grasso, anche detto ’o cuozzo, – si presume sempre durante il summit – aveva «segnalato (a Tolomelli) la mancanza di disponibilità economica nelle casse del clan, sebbene sino al sabato precedente lo avesse assicurato in senso contrario», sottolineano gli inquirenti nell’ordinanza. «’O cuozzo fino a sabato mi ha detto sempre che era tutto a posto e adesso i soldi non ci stanno più… eppure stiamo solo all’inizio del mese», si lamenta, intercettato, Vincenzo Tolomelli.

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