Ritenute sussistenti la premeditazione e le modalità mafiose
La gip di Napoli, Daniela Critelli, ha convalidato il fermo di Emanuele Civita, accusato di tentato omicidio aggravato dalla premeditazione e dal metodo mafioso, in relazione alla sparatoria avvenuta di fronte a un bar di Sant’Anastasia, nella quale una bambina di 10 anni è rimasta ferita. Nonostante le contestazioni della difesa, la magistrata ha ritenuto fondata l’accusa più grave formulata dalla Direzione distrettuale antimafia.
La difesa di Civita ha sostenuto che non vi erano elementi per provare l’appartenenza del giovane alla camorra, né che avesse intenzione di uccidere. Secondo la loro tesi, i colpi sarebbero stati sparati verso l’alto o verso il basso e le persone ferite sarebbero state colpite da schegge e proiettili rimbalzati. Tuttavia, la gip ha respinto questa tesi e ha ritenuto fondate le accuse di tentato omicidio aggravato e metodo mafioso formulate dalla Dda. Secondo quanto emerso dalle indagini, poco prima della sparatoria, Civita sarebbe stato cacciato dal locale dopo aver litigato con altri ragazzi. Insieme a lui si trovava un 17enne che è detenuto presso l’istituto di pena minorile di Nisida a Napoli.