di Giancarlo Tommasone
«Vuoi sapere chi siamo? Veniamo da un quartiere del male chiamato San Giovanni, dove il sangue si lava col sangue». E’ l’incipit di un messaggio inquietante comparso sulla bacheca di un giovanissimo imparentato con i Mazzarella, poche ore dopo la sparatoria avvenuta nella notte di domenica 19 novembre nella zona dei «baretti» di Chiaia. Il ragazzo, 16 anni appena, fa parte di un nutrito gruppo di coetanei dell’area est, che ogni fine settimana si spinge su potenti scooter fino al Lungomare e agli altri luoghi della movida napoletana. Un gruppo che adesso brama vendetta e che invita i rivali ad «incontrarsi» per «lavare col sangue» l’onta dell’affronto subìto. San Giovanni, per il fan della camorra e per la banda di cui fa parte, è il posto «dove l’onore e l’orgoglio sono un obbligo, dove una sorella è il punto debole di un fratello, dove si dà la vita per questa bandiera». Non si deve tralasciare il passaggio in cui si dichiara che «una sorella è il punto debole di un fratello» perché ai «baretti» sono state ferite anche due ragazzine. Un vero e proprio manifesto delle nuove leve della criminalità, prodotto a poche ore dai fatti di Chiaia.
Un messaggio che contiene anche un invito e un avvertimento per i rivali di quella notte di sangue e piombo: se volete venire, noi siamo a San Giovanni, però attenzione perché «la terra e le pietre di questo quartiere sono bagnate di lacrime e sangue… (qui) un uomo si inchina solo in due casi… davanti ai genitori e per allacciarsi le scarpe». Addentrandoci nel suo profilo scopriamo istantanee a dir poco preoccupanti.

Nelle righe di presentazione di una foto che lo ritrae mentre impugna una mitraglietta (si spera, si tratti di una inoffensiva imitazione), la dedica è rivolta a quello che definisce «fratello nella fratellanza». Una delle immagini più scioccanti appartiene a un giovane che si è fatto tatuare una pistola sulla tempia.

La cultura camorristica insita nel linguaggio iconico è supportata da una serie di messaggi in cui si ribadisce l’appartenenza a questa o a quella famiglia attiva nel quartiere, «dove solo chi è nato, può capire com’è viverci. Benvenuti a San Giovanni a Teduccio».