Giggino fascia tricolore «distratta»
di Giancarlo Tommasone
Sicuramente si ricorderanno i buu razzisti, che si alzarono dagli spalti del Meazza lo scorso 26 dicembre, e che furono indirizzati al difensore senegalese Kalidou Koulibaly. L’inciviltà e l’ignoranza di un folto gruppo di supporter nerazzurri si registrò, per buona parte dell’incontro che vide affrontarsi Inter e Napoli a San Siro. Quell’azione becera, l’ennesima, portò a indignazione e sollevamento popolare, in particolar modo, è naturale, nel capoluogo partenopeo. E allora, si pensò bene di conferire la cittadinanza onoraria all’atleta, perno della retroguardia azzurra. A fine maggio scorso, il Consiglio comunale ha approvato la proposta, dando il via libera al riconoscimento, che, tennero a sottolineare i consiglieri Laura Bismuto e Nino Simeone, «ha grande valenza simbolica ed evidenzia la natura antirazzista, multiculturale e multietnica della nostra città di cui Kalidou Koulibaly è e può essere degno rappresentante».
Ma, dopo più di sei mesi, a che punto siamo con il conferimento della cittadinanza onoraria? «A un punto morto e non si sa perché. In realtà il Consiglio si è espresso, resta soltanto da fissare la cerimonia per perfezionare la pratica», dichiara Simeone a Stylo24. Ma chi dovrebbe perfezionare la «pratica» Koulibaly? Il sindaco, Luigi de Magistris. Perché non lo ha fatto ancora? Non si sa. Conoscendo l’impegno che la fascia tricolore esterna quotidianamente, e profonde nella battaglia per l’inclusione e nella lotta al razzismo, dobbiamo ipotizzare che si tratti di semplice dimenticanza. Anche se, in effetti, quando si verificano episodi eclatanti, il sindaco sembra seguire la solita modalità. All’inizio partecipa attivamente alle campagne e le cavalca mediaticamente, salvo poi abbandonarle, quando si sono affievolite. E infine se ne scorda.
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dopo, progetti zero e neanche l’ufficio
Ad esempio è capitato così con il consigliere aggiunto, Viraj Prasanna. La figura, in Consiglio, di un portavoce della comunità extracomunitaria, era stata salutata da Giggino come l’ennesima dimostrazione che Napoli è la città dell’inclusione, dell’antirazzismo e dei porti aperti. Il povero Viraj (se lo paragoniamo al ricco e famoso Koulibaly), è alla ricerca di una stanza a Via Verdi, da più di un anno, e finora sembra non averla ancora trovata. O meglio, non gliel’hanno ancora messa a disposizione. Perché si tratta di una stanza che spetta di diritto a tutti i consiglieri, per approntarvi un ufficio e svolgere le attività legate al mandato. Ma si sa il tempo passa, e adesso, Viraj, come pure il ricco e famoso Koulibaly (e gli episodi a loro legati), non fanno più notizia. E forse, è per questo, che il sindaco dalla cittadinanza onoraria facile, Giggino antirazzista e dei porti aperti, si sarà scordato di Kalidou.