Tremano vertici e affiliati del clan di Cupa dell’Arco
Gli interrogatori sarebbero già partiti, con le prime dichiarazioni messe a verbale da Salvatore Tamburrino, 42 anni, in cella dallo scorso 2 marzo, per aver ucciso sua moglie, la 33enne Norina Mattuozzo. Tamburrino non è solo uxoricida reo confesso, ma è ritenuto pure storico braccio destro del boss Marco Di Lauro, catturato dopo più di 14 anni di latitanza, proprio lo stesso giorno del delitto Mattuozzo.
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Si è parlato e scritto tanto della singolare tempistica dell’arresto di F4 (con questa sigla, il quarto dei figli di Paolo Di Lauro è indicato nei libri mastro della camorra), come si è più volte detto di una probabile decisione di collaborare con la giustizia, che Tamburrino avrebbe preso già quel fatidico 2 marzo, quando dopo aver ucciso la consorte si è poi consegnato alle forze dell’ordine. Coincidenze? Parole intercettate mentre avrebbero provato a «spostare» il latitante Marco Di Lauro, perché ormai Tamburrino non poteva più occuparsene?
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con Marco Di Lauro durante la latitanza
Questa ultima circostanza, come pure quella dell’«imbeccata», finora sono state smentite ufficialmente dagli inquirenti, ma alla luce della decisione del 42enne, suonano quasi come una sorta di conferma a quanto era trapelato nelle ore successive alla cattura di F4.
La scelta, il nuovo percorso
di Salvatore Tamburrino
La notizia della principiata collaborazione con i magistrati da parte di Tamburrino è stata riportata dal quotidiano «Il Roma» nell’articolo a firma del collega Luigi Nicolosi. Secondo quanto è stato ricostruito, gli uomini del Servizio di Protezione centrale, a inizio di questa settimana, si sarebbero già recati dai più stretti parenti di Tamburrino e in diversi, avrebbero deciso di seguire l’ex braccio destro di Marco Di Lauro nel suo nuovo percorso, quello di pentito. Intanto, il 42enne, in uno dei procedimenti per i quali è imputato, ha nominato un nuovo difensore, un penalista che si occupa soprattutto della difesa dei collaboratori di giustizia. Allo stato, Tamburrino, non è ancora un collaborante a tutti gli effetti, bisognerà anche trovare riscontri alle dichiarazioni fin qui rese.
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Tutto ciò, è naturale, porta pensieri, e non pochi, ai vertici del clan Di Lauro, sia allo stesso Marco (al 41 bis nel carcere sassarese di Bacchiddu), condannato di recente all’ergastolo per l’omicidio Romanò (vittima innocente della camorra), sia agli altri fratelli, e agli affiliati della cosca di Cupa dell’Arco.