La seduta comincia nonostante tutto.
La maggioranza si compatta in Consiglio comunale e de Magistris vince il primo round nella giornata della votazione in merito alla mozione di sfiducia nei suoi confronti presentata dalle opposizioni. Questa mattina erano presenti nell’aula del Consiglio comunale di Napoli 24 consiglieri, numero utile per dichiarare valida la seduta. Che è potuta iniziare, nonostante il tentativo della minoranza di farla saltare, restando fuori dall’aula. Ma decisive si sono rivelate le presenze dei tre nuovi consiglieri Elena De Gregorio, Sergio Colella e Chiara Guida che sono subentrati ai neo assessori Rosaria Galiero, Eleonora de Majo e Luigi Felaco. E proprio intorno alla loro risposta all’appello sono scoppiate le prime polemiche. Vincenzo Moretto (Lega) attacca, anticipando i contenuti di una pregiudiziale che sarà messa ai voti. L’esponente dell’opposizione ricorda il recente rimpasto di giunta con 3 ex consiglieri che sono entrati a far parte della squadra di governo di de Magistris. “Il Consiglio comunale – spiega Moretto parlando a nome delle opposizioni – deve fare prima la surroga, altrimenti i 3 nuovi consiglieri non possono essere presi in considerazione per il numero legale né possono partecipare al Consiglio comunale. L’assemblea si è aperta in modo irrituale e illegittimo, quanto successo è grave“.
Con 22 voti contrari, però, l’aula ha respinto la pregiudiziale presentata dalla forze di opposizione sulle modalità di ingresso dei tre nuovi consiglieri di maggioranza. Soltanto 14 i voti favorevoli e 2 gli astenuti. Ad astenersi i consiglieri di maggioranza Caniglia e Zimbaldi. Ed è subito bagarre. La consigliera de La Città, Roberta Giova, ha immediatamente chiesto che la votazione si ripeta vista la presenza in aula dei tre neo consiglieri, quando non è stata ancora effettuata la convalida e quindi non possono votare la pregiudiziale.
Alla ripetizione del voto, l’aula ha nuovamente respinto la pregiudiziale. I voti contrari sono stati 19, 16 i favorevoli e 2 gli astenuti. Ad astenersi sono stati i consiglieri di maggioranza Caniglia e Zimbaldi. Al voto non hanno partecipato i tre nuovi consiglieri perché non essendo stata ancora effettuata la surroga non possono partecipare alle votazioni dell’aula così come espresso dal segretario generale a cui per fare chiarezza era stato chiesto un parere. A seguire l’aula ha proceduto con le votazioni relative alle surroghe dei consiglieri Elena De Gregorio (demA), Chiara Guida (Sinistra in Comune) e Sergio Colella (demA). Alle votazioni le forze di opposizione si sono in parte astenute e in parte non hanno partecipato. Subito dopo, de Magistris ha comunicato all’aula la nuova composizione della giunta e la ripartizione delle deleghe a seguito dei cambi decisi ed effettuati la scorsa settimana.
L’attacco delle opposizioni durante l’illustrazione delle motivazioni della mozione di sfiducia.
Le forze di opposizione hanno attaccato su tutti i fronti il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, in occasione dell’illustrazione delle motivazioni della mozione di sfiducia che ha visto l’unità di tutte le forze di minoranza. Sedici infatti le firme che accompagnano il documento. Ad aprire il dibattito, il consigliere della Lega, Vincenzo Moretto, che ha affermato: ”Lei non ha ottemperato quasi a nulla dei compiti che la legge le demanda”. Lungo l’elenco delle ”inefficienze” che i consiglieri di opposizione hanno portato all’attenzione dell’aula: dalla condizione delle scuole e delle strade ”prive di manutenzione” al trasporto pubblico, dal verde fino ad arrivare ad affrontare temi quali i bilanci ”presentati sempre in ritardo”, il patrimonio e le partecipate ”tutte in difficoltà”. ”In questi anni – ha detto il consigliere del M5s, Matteo Brambilla – abbiamo cercato di portare soluzioni ma non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire. La città sprofonda e non solo in senso lato senza che venga fornita alcuna risposta ai cittadini. Lei – ha detto il consigliere rivolgendosi direttamente al sindaco – potrà continuare a cambiare i nomi della sua Giunta ma la sostanza non cambierà. La sua esperienza di rivoluzione arancione è finita”.
Secondo il consigliere de La Città, Roberta Giova, l’amministrazione ”dovrebbe avere l’umiltà di chiedere scusa per il fallimento. A lei è mancata l’umiltà di mettersi in ascolto della città che si è stancata di subire gli effetti di un’azione politica disastrosa. Questa sfiducia – ha sottolineato – è un atto denso di motivazioni”. Dal consigliere di Fdi, Marco Nonno, è stato espresso l’auspicio che ”al termine di questa seconda esperienza nel sindaco nasca quel profondo rispetto per le istituzioni che non ha dimostrato di avere in diverse occasioni e anche qui in aula quando alle nostra critiche risponde in modo sprezzante ferendo non noi ma le istituzioni. Mi auguro – ha concluso – che per il futuro impari a fare tesoro delle critiche e non veda in chi critica solo un nemico da cancellare e da mutilare”. Dal Pd è stata avanzata la richiesta di ”un atto di coraggio per il bene della città. Fai un passo indietro – ha chiesto Aniello Esposito, capogruppo Pd – e dai la possibilità a qualcun altro di amministrare la città”.
“Nonostante l’iniziativa della Lega, intrapresa dal consigliere Moretto, di sfiduciare il Sindaco di Napoli, oggi , all’atto della votazione, non si è raggiunto il numero di voti necessario ad ottenere la sfiducia. Anche questa volta il Sindaco ha sostenuto una tesi e ne ha perseguita un`altra. Si era impegnato a prendere le distanze formali da chi aveva partecipato alla famosa riunione in cui, consiglieri della sua maggioranza, architettavano di metterlo in difficoltà al fine di ottenere incarichi, mentre, poi, si è avvalso del voto degli stessi per conservare la poltrona. L’importante è che De Magistris sappia che la maggioranza dei cittadini napoletani non sta con lui e che lo considera il peggior Sindaco della storia di napoli. I napoletani vogliono che si dimetta subito”. Lo afferma in una nota l’avvocato Simona Sapignoli, coordinatrce cittadina della Lega, rispetto al sit-in di protesta messo in scena sotto Palazzo San Giacomo durante le ore in cui si discuteva la mozione di sfiducia mossa nei confronti di De Magistris.