Le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Maurizio Prestieri, convocato due volte da Ciruzzo ’o milionario per affrontare la questione della piazza di spaccio contesa
L’area dei Sette Palazzi, hanno più volte tenuto a sottolineare gli inquirenti, ha rappresentato per anni uno dei punti vendita più ampi e forniti di Scampia e Secondigliano. E avrà una elevatissima importanza strategica, durante la prima faida, quella scoppiata nel 2004. Si tratta di una «impresa» che, dichiara un folto stuolo di pentiti, porta a «impiegare nelle piazze di spaccio dei Sette Palazzi, minimo cento ragazzi con compiti diversi, quali spacciatori, appoggi, vedette ed altro».
A capo di questa organizzazione c’è per anni un solo clan, quello guidato da Paolo Di Lauro, alias Ciruzzo ’o milionario. Su come era organizzata l’area dei Sette Palazzi, ha reso dichiarazioni anche il collaboratore di giustizia Maurizio Prestieri.
Il compromesso / L’ordine di Paolo Di Lauro:
quelli sanno sparare, meglio tenerli con noi
«Come già detto, io gestivo anche la piazza di spaccio di eroina nella zona denominata Sette Palazzi. Io mi sono interessato di detta piazza di spaccio, già gestita in società da mio fratello Tommaso Prestieri, da Patrizio Grandelli, e da Francesco Irace, detto Cicciotto, in quanto, in considerazione della detenzione di mio fratello Tommaso, e di Irace, Grandelli (all’epoca latitante) non manteneva gli impegni economici presi».

Maurizio Prestieri racconta di un viaggio nella capitale francese: «In particolare, io e Fulvio Montanino (l’omicidio di quest’ultimo e quello di Claudio Salierno, diedero la stura alla faida) ci siamo recati a Parigi per incontrare Patrizio, durante la sua latitanza. Io contestai a Grandelli la circostanza che lui mandava a mio fratello una somma di denaro irrisoria e lo stesso mi disse che ciò era dovuto al fatto che la piazza di spaccio non andava bene perché i tre soci che di cui ho parlato prima, erano detenuti o latitanti. Io, pertanto, proposi a Grandelli di assumere personalmente la gestione della piazza e che a fronte di ciò gli avrei mandato la somma fissa di denaro di 5milioni di lire a settimana, assumendomi io tutte le spese di gestione, proposta che Grandelli non poté rifiutare, vista la premessa del suo discorso».
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Gli affari, secondo quanto dichiara Prestieri, sotto la sua gestione, vanno bene. «Io quasi subito faccio riprendere in maniera eccezionale la vendita di eroina, arrivando quasi ad un incasso giornaliero di 70-80 milioni di lire. Però, essendomi accollato tutte le spese, noto che detta piazza di spaccio doveva versare la somma di denaro di 2milioni a settimana, ai due fratelli Illiano, detti ‘panzarotto’, all’epoca detenuti per un duplice omicidio», racconta il pentito. Ma è a questo punto che la situazione comincia a farsi più difficile.
Secondo quanto
racconta Maurizio Prestieri,
con la sua gestione la piazza cominciò
a fruttare tra i 70 e gli 80
milioni di lire al giorno
«Subito dopo che assunsi la gestione di detta piazza di spaccio – rendiconta il collaboratore di giustizia – venni avvicinato da Rosario Pariante, il quale mi ricordò detto impegno (con i fratelli Illiano, ndr), invitandomi a farvi fronte sempre. Io mi arrabbiai non poco perché sapendo che lui era stato il mandante di detto duplice omicidio, gli dissi (a Pariante) che questa somma di denaro doveva essere versata da lui e non dal gruppo di mio fratello». In seguito al confronto con Pariante, Prestieri è convocato da Paolo Di Lauro.
La doppia
convocazione
al cospetto del boss
Paolo Di Lauro
«Dopo questa discussione io venni convocato da Paolo Di Lauro, il quale mi invitò a non fare storie ed ad attenermi a quanto dettomi da Pariante; io a Di Lauro non seppi dire di no e pertanto continuai a versare detta somma di denaro ai fratelli “panzarotto”». Il problema sembra essere risolto, ma l’aumento delle vendite nella piazza di spaccio, afferma Prestieri, «ingenerò invidia da parte di Patrizio Grandelli detto ’o mostro, il quale voleva riprendersi la gestione diretta della stessa».
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che spara con la mano capovolta»
E allora si registra la seconda convocazione di Prestieri, da parte di Ciruzzo ’o milionario. «Una sera venni convocato, per il tramite di Raffaele Amato, da Paolo Di Lauro, e presso l’abitazione dove si trovava questi, precisamente in una villa posta a poca distanza dall’abitazione ufficiale, trovai oltre a Di Lauro anche D’Avanzo e Grandelli. Paolo Di Lauro mi illustrò quella che era la volontà di Grandelli e io mi opposi decisamente, rappresentando il comportamento scorretto di questi nei confronti di mio fratello Tommaso. Nonché la circostanza che ero stato io a valorizzare nuovamente detta piazza di spaccio. A questo punto, Paolo Di Lauro trovò una situazione di compromesso affidando la gestione della piazza a un affiliato, tale caramella, il quale avrebbe diviso i guadagni in parti uguali tra mio fratello Tommaso e Patrizio Grandelli. Accadde inoltre, che mentre Grandelli, dopo questo incontro, stava facendo rientro in Francia, alla frontiera di Ventimiglia venne arrestato ed all’interno della organizzazione iniziò a vociferarsi che la responsabilità di detto arresto era la mia, in quanto ero stato io ad aver determinato la venuta di Patrizio Grandelli, a Napoli», conclude il collaboratore di giustizia.