Inchiesta contro i clan Fabbrocino e Galasso. Ferdinando Cesarano, storico capoclan di Ponte Persica schiaffeggiato dal delfino del boss Moccia
Allegati agli atti della recentissima inchiesta contro la camorra di Poggiomarino, ci sono anche le dichiarazioni di numerosi pentiti. Dai verbali spunta, nello specifico, un particolare che dà la cifra dello spessore di Rosario Giugliano, detto ’o minorenne, quello che è considerato il vertice della organizzazione che, secondo gli inquirenti, avrebbe ereditato il potere criminale dei clan Fabbrocino e Galasso.
Nel 2014, il pentito Sandro Contaldo dichiara che Giugliano avrebbe schiaffeggiato in aula, nel corso di una udienza, il superboss della cosca di Ponte Persica, Ferdinando Cesarano. Per quale motivo? Perché, rendiconta il collaboratore di giustizia, Cesarano avrebbe criticato la scelta di Angelo Moccia (esponente di spicco della potente famiglia malavitosa di Afragola) di dissociarsi, ritenendo tale gesto come un vero e proprio pentimento.
A questo punto, Giugliano (all’epoca, killer per i Galasso), molto legato a Moccia, avrebbe schiaffeggiato Nanduccio di Ponte Persica (Cesarano, appunto). Quest’ultimo – afferma sempre il collaboratore di giustizia Contaldo – sarebbe stato pronto a vendicarsi, per quanto subìto. Ma sarebbe arrivato il messaggio di Moccia, che «fece sapere a Cesarano, che se avesse agito contro la famiglia di ’o minorenne, gli avrebbe perfino distrutto i bambini nella culla». Il retroscena è stato riportato dal quotidiano Metropolis.