La camorra è un organismo in continua evoluzione, che vive in una dimensione fatta, nella stragrande maggioranza dei casi, di equilibri instabili. Gli stessi equilibri che rischiano di cambiare ancora una volta, in virtù della scarcerazione del boss Nicola Rullo. Quarantanove anni, conosciuto all’anagrafe di malavita come ’o ’nfamone, è da considerarsi il braccio destro del padrino delle zone Vasto, Arenaccia e Poggioreale, Edoardo ’o romano Contini.
Rullo, che ha
il suo «quartier generale»
al Rione Amicizia,
ha lasciato il carcere ieri
La notizia è stata riportata dall’edizione odierna de «Il Mattino», nell’articolo a firma di Viviana Lanza. Il 49enne era detenuto in regime di 41 bis, a Rebibbia, ma per decorrenza dei termini di custodia cautelare, ha potuto lasciare il penitenziario capitolino riacquistando la libertà. Nei fatti, l’uomo, attendeva la fissazione del processo in Cassazione per una vicenda di tentata estorsione. I legali di Rullo avevano fatto ricorso contro la sentenza a dieci anni di reclusione, maturata in Appello, e doveva essere fissata la data per il procedimento davanti alla Suprema Corte. Cosa che a un anno e mezzo di distanza, non è ancora avvenuta, per tale motivo gli avvocati di Rullo hanno presentato, vedendola accolta, istanza di scarcerazione al Tribunale del Riesame.
Il braccio destro di Contini finì
nuovamente in cella
(dopo un breve periodo
passato lontano dal carcere),
a ottobre del 2017
Proprio in virtù dell’esecuzione di un ordine di custodia cautelare seguito alla condanna per tentata estorsione. Fu scovato a Itri (in provincia di Latina), dove, stando alle risultanze investigative, avrebbe passato circa un mese di «irreperibilità». Periodo in cui lasciò, da reggente del clan, il «fortino» del Rione Amicizia. Un sodalizio quello dei Contini che è inserito a pieno titolo nella cupola dell’Alleanza di Secondigliano, cartello formato oltre che dalla compagine di ’o romano, da quella dei Mallardo e dei Licciardi.
La cupola dell’Alleanza di Secondigliano
Cartello quello dell’Alleanza, cementato anche da legami familiari: Edoardo Contini e Francesco Mallardo sono infatti cognati, per aver sposato le sorelle Maria e Anna Aieta. Ritornando alla figura di Nicola Rullo, è di particolare spessore criminale. Sulle spalle una condanna passata in giudicato per reati di camorra. Dopo l’arresto di Edoardo Contini, secondo quanto ricostruiscono magistrati e investigatori, tiene strette le redini del clan e veglia sul business da capogiro che si trova a gestire in assenza del fondatore della cosca.
Le martellate sulle mani
ai «ribelli» della cosca
Naturalmente il controllo si articola anche attraverso il contrasto a eventuali sconfinamenti da parte di altre compagini malavitose, e la lezione da dare ad affiliati che «avrebbero alzato troppo la testa o avrebbero dato segnali di allontanamento dall’organizzazione dei Contini», raccontò a novembre del 2017, un investigatore a Stylo24.
Nel periodo precedente all’arresto di Rullo, nell’ambito delle indagini per un duplice omicidio in Vico Pergola all’Avvocata (6 settembre del 2017), le forze dell’ordine avevano focalizzato l’attenzione, in particolare, su alcuni episodi. Tra questi, quello che ha a che fare con quanto capitato a un giovane dell’Arenaccia: si presentò in ospedale con le nocche e quasi tutte le ossa delle dita delle mani frantumate. Si schermì dichiarando che si era procurato le fratture in seguito a un incidente, ma «non ci volle molto per comprendere che era stato preso a martellate». Secondo quanto fu ricostruito dagli inquirenti, «il soggetto ritenuto vicino ai Contino (da non confondere con i Contini) aveva rubato in una zona vietata e soprattutto a una persona con la quale non si doveva permettere». La punizione, una sorta di azione «rituale», secondo le forze dell’ordine, sarebbe arrivata da parte di quelli del Rione Amicizia. Come potrebbe influire, adesso, la scarcerazione di Rullo, pezzo da novanta, sugli equilibri tra le cosche? Soprattutto nello scontro in atto con il clan Mazzarella.