di Giancarlo Tommasone
Lo scontro verbale tra Egidio Giordano e il consigliere del M5S Marta Matano ha lasciato strascichi polemici, anche dopo la «pace» che sarebbe intervenuta tra i due, in seguito a un confronto, e suggellata dalla classica stretta di mano. Si è fatto carico della proficua mediazione, il presidente del Consiglio comunale, Sandro Fucito, di cui Stylo24 ha raccolto le considerazioni in merito alla vicenda.
Allora, presidente, come si è svolta la sua attività di paciere?
«Io sono stato chiamato in causa dalla consigliera Matano e ho invitato i due protagonisti della vicenda, anche conoscendo i loro distinti caratteri, a prendere un caffè, a confrontarsi. Si sono dati tre volte la mano e così mi è sembrata conclusa la questione. L’incontro per quanto complesso, mi risulta essere andato bene. Poi tutto si può commentare dopo, ma i fatti che mi riguardano sono questi. Anche perché non ero presente alla Commissione in questione, è anche indelicato che io segua le commissioni, ma sento parlare di ricostruzioni alquanto surreali, anche se l’episodio è stato sicuramente sgradevole. Egidio (Giordano, nda) ha sicuramente commesso degli errori, che in verità ha riconosciuto».
E riguardo al comunicato che lei ha prodotto per fugare ogni dubbio in merito alla vicenda?
«Purtroppo è stato un poco tardivo e cervellotico, perché prodotto in una giornata di grandi impegni e attraverso il quale ho cercato di dire che la questione era risolta. Ho dovuto fare il comunicato perché mi hanno detto cominciavano a essere riportate sui siti on line, notizie un po’ distanti dalla realtà dei fatti».
Effettivamente anche sul profilo Fb di Giordano era stata sottolineata la necessità di chiarire i fatti. Quale tipo di ‘anomalie’ di informazione, lei ha rilevato nella pubblicazione della notizia?
«Lo ripeto non è stata una cosa normale, è stato un incidente e non si deve ripetere, per toni e modalità reciproche. La mia sensazione, al di là del fatto in sé, è che però si è arrivati al paradosso. La stessa Matano fa allusioni a pantaloncini e zoccoli che avrebbe indossato Giordano, poi andando ad approfondire ha dichiarato che non avrebbe visto Giordano, ma che gli avrebbero detto che ad intervenire sarebbe stato ‘quello con i pantaloncini corti e gli zoccoli’. La cosa comunque si è risolta lì, ripeto, si sono dati tre volte la mano e la vicenda si è conclusa. Sono rimasto un po’ spiazzato per il fatto che la lettera che la mattina aveva inviato a me, era stata inviata, per conoscenza, anche ai gruppi consiliari. In questo, forse, Matano ha sbagliato, perché mandare a tutti una nota per una questione in itinere sulla quale ero stato chiamato ad intervenire, avrebbe dato adito a intendere che invece si trattasse di un fatto già compiuto e insanabile. E quindi, alla fine, per fare chiarezza, ho prodotto il comunicato».
Lo scontro si è consumato in un luogo istituzionale, a che titolo Egidio Giordano si trovava in Commissione?
«Giordano è persona nota e credo sia stato invitato dalla presidente. E’ intervenuto alla fine della riunione della Commissione».
In che senso persona nota? Nota, forse per la famosa performance del dito medio?
«E’ notoriamente il compagno di Eleonora De Majo. Però posso dire una cosa? Egidio Giordano è incattivito nelle modalità, ma non è cattivo (nun è malamente, citazione testuale), altrimenti non mi spenderei per lui. Così come sono convinto della bontà dei propositi di Marta Matano. Parliamo comunque non di una tragedia, per carità, ma nonostante ciò, lo ribadisco, è un episodio che non deve ripetersi».
Tornando al comunicato stampa, può essere letto come un messaggio per rassicurare de Magistris e Auricchio circa i rapporti non compromessi tra Comune e centri sociali da una parte e M5S, dall’altra? Anche perché Marta Matano è la moglie del senatore Presutto componente della Commissione bilancio della Camera e tra coloro che più si sono battuti per far passare il decreto salva-Napoli. «Posso dire che sono gelosissimo della sovranità del Consiglio e delle mie prerogative. Della democrazia e dell’autonomia del Consiglio comunale. Come in passato, sebbene sia venuta la polizia municipale, non ho permesso l’accesso alla stanza della Valente per rimuovere lo striscione (‘Salviamo Napoli: de Magistris a casa’, esposto ad aprile scorso, nda), perché pure trattandosi di una cosa non proprio bella, non ho considerato normale che la polizia municipale potesse entrare nella stanza assegnata a un parlamentare, anche questa volta mi sono fatto carico delle istanze pervenutemi, nel caso specifico, da parte della consigliera del M5S. Ma non per un motivo diverso da questo. Presutto, dopo che io avevo invitato le parti a confrontarsi, mi ha anche chiamato, mi dispiace che ieri non mi abbia risposto».