La storica pasticceria vorrebbe aprire un punto vendita nella via dei presepi ma una delibera ha reso inefficace la richiesta di SCIA presentata
di Francesca Piccolo
Spetterà al TAR di Napoli segnare una linea di confine il prossimo 20 ottobre, data in cui è previsto il verdetto sull’accoglimento o meno della norma transitoria che ad oggi rende inefficace la richiesta di SCIA presentata dallo storico marchio Scaturchio. Le imprese storiche sono vicine al marchio noto in tutto il mondo e puntano il dito contro i tecnici degli uffici comunali che «dovrebbero utilizzare un linguaggio più semplice nella stesura delle delibere, evitando il solito “burocratese” che danneggia poi le attività imprenditoriali» dicono in una nota Alessandro Limatola e Achille Capone, rispettivamente segretario generale e provinciale della Claai, l’associazione dell’artigianato e della piccola e media impresa della Campania.
Le Botteghe di San Gregorio Armeno
Tante le attestazioni di solidarietà da parte di residenti «spaventati dal fatto che, anche San Gregorio Armeno rischia di non essere più la via dell’artigianato e del commercio presepiale napoletano, perdendo di conseguenza un’altra grande ricchezza del territorio – dichiara il presidente delle Botteghe di San Gregorio Armeno, Vincenzo Capuano, a nome di tutti gli artigiani e commercianti presepiali – Noi riconosciamo in Scaturchio un’eccellenza napoletana ed un difensore dell’arte della nostra pasticceria, altro grande vanto, ma li invitiamo proprio per questo a capire che San Gregorio Armeno è l’ultimo baluardo dell’artigianato napoletano, una piccola via diventata una vetrina di Napoli sul mondo».
«Sarebbe veramente un peccato se perdessimo un’altra ricchezza così grande, come è successo con le vie dei libri, degli strumenti musicali, ecc. Proprio per questo motivo abbiamo lanciato una petizione, su richiesta di cittadini e commercianti, al Comune di Napoli, per bloccare l’apertura di tutti i locali alimentari e di altre specie, non attinenti al presepe napoletano. Saremmo i primi a dare un supporto alla famosa pasticceria Napoletana, che offre tanto lavoro ai nostri ragazzi, se aprisse nelle zone anche adiacenti la via dei Presepi, la quale deve rimanere tale», concludono le botteghe.
La delibera dell’assessore Armato
La delibera varata lo scorso luglio dall’assessore al commercio del Comune Teresa Armato sullo stop alla somministrazione di cibo e bevande in 62 strade del centro storico divide commercianti e artigiani, cittadini e vecchie botteghe. Un tema che reclama molta attenzione ed anche per questo banco di prova è passato molto tempo dall’insediamento della nuova giunta Manfredi. Al centro resta sempre l’identità di questo centro storico a marchio UNESCO e in generale il riflesso sull’intera narrazione della città più nota al mondo. «La delibera 246 del luglio scorso, scritta in modo anodino, rivela non pochi deficit di comunicazione con il territorio – dice il Consigliere Gennaro Esposito – ma soprattutto l’inesistenza di una visione di sistema».
«Manca un masterplan che detti linee guida che tutelino maggiori aree del centro storico e turistico con la gestione dell’enorme richiesta di aperture di nuove attività di ristorazione “fast and street”». Sullo sfondo restano irrisolte troppe questioni – come sottolineava già nella scorsa seduta di consiglio comunale – «è sparito dall’impianto deliberativo un quadrilatero di oltre 250 mq di centro cittadino, varie strade nei Quartieri Spagnoli sottoposto alla più spinta gentrificazione nonostante le moltissime note inviate agli uffici dalla Polizia Municipale e dai comitati cittadini. Il problema oggi è che andrebbe trovata la forza “politica” di tornare indietro dalla onda lunga della gestione dell’ex sindaco De Magistris con i tavolini messi ovunque e la città aperta a friggere 24 ore su 24. Ma anche la spinta su come ripristinare un sistema di regole e controlli per non essere spettatori inermi delle conseguenze che minacciano la ricezione turistica che va invece tutelata e protetta».
Esposito: assessore non può fare sindacalista
«L’assessore Teresa Armato – dichiara Gennaro Esposito – non può fare la sindacalista dei commercianti deve mostrare ora la competenza e l’esperienza che ha per tutelate tutti, partendo dai controlli a quelle attività che non osservano le norme di Igiene sanitaria, mi riferisco a pescherie ma anche friggitorie che fanno da mangiare pesce o altri cibi di qualità scadente su cui non poche volte sono interventi funzionari ASL, per non parlare che la maggior parte di questi esercizi sono le attività in grigio dei clan dei quartieri spagnoli, in un una delle recenti operazioni eseguita dalla Forze dell’Ordine, tra i 52 arresti effettuati in quella zona quasi tutti sono titolari di bar e di esercizi di ristorazione e hanno contiguità con la nota famiglia dei “Masiello”».