Il figlio del governatore medita l’abbandono del Pd a causa della mancata conferma a vicecapogruppo della Camera
Nel Partito Democratico, nonostante l’elezione della nuova segretaria Elly Schlein, non si respira aria buona. Anzi. La nuova dirigenza sembra essere divisa più che mai e in Campania non va meglio. La Schlein ha commissariato il Pd campano lanciando un chiaro segnale di rottura al plenipotenziario (fino all’altro ieri) Vincenzo De Luca. La colpa del governatore, secondo il Nazareno, è quella di volersi ricandidare per la terza volta a presidente della Regione Campania. Lo ha detto, chiaro e tondo, più volte: «Io mi ricandiderò in eterno».
Questa prospettiva non è piaciuta, però, a Roma ed è cominciata la campagna di «pulizia». Partendo proprio dal figlio dello «sceriffo» salernitano, Piero. Quest’ultimo nella scorsa legislatura era vicepresidente del gruppo parlamentare Pd. Carica che il protagonista vorrebbe fosse riconfermata ma la segretaria si è messa di traverso e da settimane non fa che rimandare le nomine in un valzer che sembra un tentativo di evitare lo scontro diretto, sperando che accada qualcosa nel frattempo. Che magari Piero e i suoi si scoccino e prendano altre strade. Quest’attesa però di certo non fa bene al partito.
Nel frattempo il figlio del governatore non starebbe a guardare. Secondo i bene informati Piero De Luca avrebbe incontrato i vertici romani di Italia Viva, partito fondato da Matteo Renzi proprio per ospitare gli «esodati» dal Nazareno. Il ragionamento è semplice. Piero De Luca potrebbe, nel caso, non fosse confermato come vicecapogruppo, rompere gli indugi ed entrare tra i renziani.
Questo gli permetterebbe di smarcarsi da tutte le polemiche e magari ottenere pure più visibilità in un partito che certo ha meno appeal, ma anche meno correnti e «concorrenti». Voci romane confermano che addirittura Piero De Luca, convinto del suo siluramento dall’attuale incarico, stia ragionando anche sulla data della conferenza stampa d’ufficializzazione del suo passaggio. La battaglia dei posizionamenti, dopo i tantissimi cambi di casacca degli ultimi giorni (tra Pd, Italia Viva e Azione), sembra essere appena cominciata. E Vincenzino? Per ora sembra stia a guardare, almeno superficialmente. Certo è che non si farà trovare impreparato, il 2025 si avvicina.