di Giancarlo Tommasone
Il campionario è assai fornito, in rassegna orologi di marchi noti e costosi: la casa più famosa e riconoscibile è naturalmente la Rolex. La vetrina virtuale è quella di un napoletano che mette in vendita sui social, Instagram e Facebook, cronografi di «lusso».
Tutto nella norma, una forma di pubblicità
consentita, un tipo di modalità per illustrare
al cliente i prodotti, eventualmente da acquistare.
Tutto in regola, anche se, risulta alquanto singolare, la circostanza che a proporre cronografi Rolex, Tudor, Franck Muller, Omega, Eberhard (solo per citare alcuni brand) sia una persona, che è stata coinvolta in un giro di ricettazione di preziosi orologi.
L’operazione scattò una decina di anni fa. Tra le persone arrestate anche il commerciante che dai social continua a vendere cronografi. All’epoca, ricostruirono gli inquirenti, la centrale di smistamento degli orologi rubati era rappresentata da una pizzeria dell’Arenaccia, dove i facoltosi avventori (molti dei quali professionisti napoletani) si recavano per «ordinare un Rolex» al cameriere.
Era il segnale convenuto, ipotizzarono gli investigatori,
per mettersi in contatto con i venditori dei cronografi.
Che provento di furti, effettuati in particolare da batterie che agivano in Spagna, venivano venduti al 50% del loro valore effettivo. Nel corso delle indagini, gli agenti di polizia, recuperarono una cinquantina di orologi di provenienza illecita. L’organizzazione, ricostruirono gli inquirenti, era formata anche da persone, che all’occorrenza si sarebbero occupate della riparazione, modificando le garanzie.

Infatti gli orologi sarebbero stati venduti, anche dopo aver effettuato la sostituzione di parti mancanti, la realizzazione di falsi certificati di garanzia, la punzonatura dei numeri identificativi. A distanza di dieci anni da quell’inchiesta in cui fu coinvolto, c’è però, chi continua a lavorare nel settore dei cronografi di «lusso» e sponsorizza i prodotti da vendere sui social. C’è di più, il soggetto in cui la nostra redazione si è imbattuta, è attivo anche nell’acquisto di cronografi costosi, e non mancano le segnalazioni da parte di chi mette in vendita gli orologi.
Ci sono diversi blog, in rete, che si occupano del caso. «Ragazzi, ma il soggetto citato nell’articolo in neretto (si riferisce a un articolo di stampa relativo agli arresti del 2009, ndr), sta su un noto social e ha un negozio/sito di vendita di orologi… è proprio lui basta confrontare la foto del giornale con quelle del social… ma vi pare normale che continui in un’attività di vendita dopo aver subito un procedimento per lo stesso reato? Tra l’altro se fate una ricerca su Google, esce fuori che anche all’estero questa persona ha procedimenti per truffa», scrive un internauta.
C’è pure la testimonianza di chi è stato contattato
da questa persona.
«Ho messo in vendita il mio Tudor sui soliti siti, mi ha contattato per concludere un signore di Napoli, con lo stesso nome, commerciante conosciuto anche a Roma, mi ha fornito sia l’indirizzo che il numero di cellulare, è disposto anche allo scambio a mano a Napoli. Digitando il nome su internet è uscita fuori questa discussione ed ora non so cosa fare, comunque l’ho voluta segnalare», avverte un altro frequentatore di forum dedicato alla compravendita di orologi.
Tornando alla vicenda della pizzeria dell’Arenaccia e al fatto che rappresentasse un centro di smistamento per gli orologi rubati da rivendere anche nel Nord Italia e all’estero (addirittura presso una fiera che si tiene a Monaco di Baviera, ogni anno) Stylo24 aveva dato, in esclusiva, la notizia a novembre del 2017. Della pizzeria e dell’esistenza di bande di rapinatori di orologi preziosi riconducibili al clan Contini, inoltre, parla il collaboratore di giustizia, Ciro De Magistris.
Le sue dichiarazioni sono agli atti dell’inchiesta
condotta contro l’Alleanza di Secondigliano.
«Questi ragazzi, poi portavano i Rolex rapinati a Ettore Bosti ’o russo (figlio del boss Patrizio); e anche a Nicola Rullo. Che li regalavano a persone di loro interesse, oppure li vendevano». De Magistris fa cenno pure alla circostanza che i rapinatori, portassero, in determinate circostanze, i Rolex presso una pizzeria dell’Arenaccia indicata come vera e propria centrale della ricettazione dei preziosi cronografi. «Il gestore della pizzeria – racconta il pentito – è un fiancheggiatore dei Contini e riceve gli orologi rubati. Una volta Nicola Rullo lo picchiò, proprio per mettere in chiaro che la ricettazione degli orologi doveva “passare” anche per lo stesso Rullo».