Il nome del politico (estraneo ad ogni tipo di relazione con Roberto Perrone) viene fatto dalla moglie del ras dei Polverino mentre è a colloquio con il marito detenuto
Nelle carte giudiziarie che riguardano il clan Polverino, emerge anche il ruolo di Salvatore Liccardi, alias Pataniello, considerato inserito nell’organizzazione criminale di Marano, e ritenuto factotum del ras Roberto Perrone. Quest’ultimo, come si evince da indagini della magistratura, è il referente a Quarto per il boss Giuseppe Polverino, alias Peppe ’o barone. Allegata a una richiesta di misure cautelari, c’è una serie di intercettazioni effettuate in un carcere siciliano (dove è detenuto), durante i colloqui che intercorrono tra Perrone e la moglie. Dai dialoghi è possibile comprendere come Liccardi si occupi di svolgere varie mansioni per la famiglia di Perrone, dall’accompagnamento dei parenti del detenuto nel capoluogo siculo (dove si trova recluso), fino all’iscrizione del ras presso l’Università di Roma, per ottenere il trasferimento nel carcere di Rebibbia, e quindi, in un istituto penitenziario più vicino al luogo in cui risiede il suo nucleo familiare. Proprio nell’ambito di una conversazione che avviene il 28 novembre del 2007, viene fatto anche il nome di Mastella.
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E’ da premettere che riportiamo questo passaggio soltanto per dovere di cronaca, sottolineando che il nome di Mastella (assolutamente estraneo a qualsiasi tipo di relazione con Perrone), all’epoca senatore della Repubblica, è fatto dalla moglie di Perrone, che spiega al marito come tale Nicola ’Ngnaziell, «quello che lui frequentava tempo fa, sta lavorando a casa di Mastella, e si è fatto portare tutto l’incartamento che lo riguarda (che riguarda Perrone) per poi portarlo al citato uomo politico, per far valutare il suo caso», scrivono i magistrati nella richiesta di misure cautelari. Va sottolineato pure che si tratta semplicemente di una presunta richiesta che sarebbe giunta alla moglie di Roberto Perrone, attraverso il non meglio identificato Nicola. «Proprio in merito alla circostanza di Rebibbia – sottolineano i magistrati commentando le intercettazioni – Perrone chiarisce che il Dap ha accettato la richiesta di trasferimento con riserva, specificando che della faccenda si sarebbe interessato anche tale Marcello (personaggio non meglio identificato), definito come “segretario particolare del Presidente della Repubblica”».