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Home Inchieste e storia della camorra

Se la rivoluzione copernicana di Giggino si chiama Eleonora De Majo

di Redazione
11 Novembre 2019
in Inchieste e storia della camorra
Tempo di lettura: 5 minuti
L'ex assessore di Insurgencia, Eleonora De Majo, e il sindaco Luigi de Magistris (foto di repertorio)

L'ex assessore di Insurgencia, Eleonora De Majo, e il sindaco Luigi de Magistris (foto di repertorio)

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La consigliera pasionaria potrebbe prendere il posto dell’assessore Nino Daniele

di Giancarlo Tommasone

Una vera e propria rivoluzione (l’ennesima, almeno nelle sue intenzioni), quella che il sindaco Luigi de Magistris starebbe provando ad attuare. Si prepara a calare sul tavolo le carte del nuovo rimpasto. Nel frattempo, nonostante la mozione di sfiducia e i numeri evidentemente risicati, la fascia tricolore continua a parlare di «maggioranza solida, che al di là delle differenze di comportamenti e di sensibilità che ci sono nello schieramento di governo, dice davanti alle telecamere di Televomero, «reggerà e arriverà fino alla fine della sindacatura».

Ci sono le sedici firme, mozione
di sfiducia contro Giggino

E poi sul rimpasto, appunto, anzi, «qualcosa di più», afferma de Magistris, «io sto lavorando a una rivoluzione copernicana dal punto di vista amministrativo e politico che riguarda tutta la macchina (comunale)» e non solo. Bene, ma andiamo a vedere come dovrebbe attuarsi la citata rivoluzione copernicana. In pole, per un posto di nuovo assessore c’è Eleonora De Majo, pedina fondamentale del laboratorio occupato Insurgencia, a Palazzo San Giacomo. Ma a discapito di chi la pasionaria troverebbe spazio? Tra gli indiziati a cederle la poltrona c’è l’attuale assessore alla Cultura, Nino Daniele. Tra l’altro, bisogna dire che si tratterebbe del coronamento naturale di un progetto iniziato da quando a De Majo è stata attribuita la delega a Eventi e Turismo, per la gestione della quale si interfaccia (ma potremmo pure dire, si scontra) proprio con Daniele.  

Leggi anche / Assessori usa e getta,
il «tritacarne» di Palazzo San Giacomo

A rischiare ci sono pure gli assessori Laura Marmorale (Diritti civili) e Roberta Gaeta (Welfare), «ma – argomenta una fonte arancione, a Stylo24 – quelli che adesso rivestono Marmorale e Gaeta, rappresentano incarichi troppo impegnativi per la De Majo, che punta a qualcosa di più leggero, appunto gli eventi, gli spettacoli e il turismo». Eleonora De Majo, dunque, potrebbe ritrovarsi a essere l’omologa comunale del compagno, Egidio Giordano (altro esponente di Insurgencia) che in III Municipalità è assessore alla Cultura.

Il precedente / Insurgencia si prende
anche Eventi e Turismo, Giggino all’angolo

Restando nella dimensione dei probabili promossi, nella rosa ci sarebbero anche Rosaria Galiero (Sinistra in comune) e Luigi Felaco (deMa). Calano invece le quotazioni di Marco Gaudini dei Verdi (coinvolto nella congiura anti Giggino emersa dall’audio pubblicato da Repubblica). Proprio in virtù dell’ingresso in giunta di De Majo e Di Felaco, deMa allerta le riserve, Elena De Gregorio (che poi è la nipote di Umberto, presidente di EaV) e Sergio Colella. Ma tornando al concetto di rivoluzione copernicana esternato dal sindaco, ci si può rendere facilmente conto come questa manovra vada a premiare ancora una volta la compagine di Insurgencia, che ha avuto un ruolo fondamentale nella rielezione di Luigi de Magistris nel 2016 e che continua a scalare posizioni e a incassare incarichi e gestione di progetti. Ricordiamo, che oltre ad esprimere De Majo, il centro sociale di Via Vecchia San Rocco, conta un capo di Gabinetto a Città Metropolitana (Pietro Rinaldi, ex consigliere comunale, poi nominato da de Magistris a Piazza Matteotti, con uno stipendio da 100mila euro l’anno); un presidente di Municipalità, Ivo Poggiani; il già citato Egidio Giordano.

Insurgencia, ci risiamo: piazza
un altro colpo in III Municipalità

Senza contare, che di recente, un altro rappresentante di quella parte di antagonismo partenopeo, Raniero Madonna (figlio del presidente dell’Ordine degli Psicologi della Campania, Antonella Bozzaotra, molto vicina alle posizioni del sindaco) ha visto promosso il progetto presentato nel III parlamentino di Napoli e denominato «Accoglienza turistica diffusa nel Rione Sanità».

Il B&B accanto
alla ex sede di deMa

Restando sempre nell’ambito dell’universo deMa e del turismo connesso all’attività ricettiva, c’è pure da annotare che Marco Cocifoglia, componente della Segreteria di Democrazia Autonomia (deMa, appunto) partecipa a una società che gestisce un bed & breakfast in Via Toledo, negli spazi che si trovano accanto a quelli che ospitavano la sede del movimento guidato dalla fascia tricolore partenopea.  Occupandoci adesso della vicenda congiurati, appare difficile che qualcuno dei cinque consiglieri di maggioranza (parliamo di Stefano Buono, Marco Gaudini, Gabriele Mundo, Ciro Langella, Carmine Sgambati), dopo che la loro voce è finita sul nastro del  «complotto», possa trovare un incarico da assessore. Al massimo, e non tutti e cinque, adesso potrebbero aspirare a indicare qualche nome di delegati o accontentarsi di cariche di «fiducia».

Il documento / Sfiducia, salta la seduta
di Consiglio ma il documento c’è

Certo è che, al di là di quello che dica de Magistris, il momento è piuttosto difficile per il sindaco. Ieri è saltato il Consiglio comunale per mancanza del numero legale, e l’opposizione ha presentato la mozione di sfiducia alla fascia tricolore. «Oggi il re è nudo – ha dichiarato Matteo Brambilla (M5S) – In queste settimane abbiamo sentito dire dal sindaco che la sua maggioranza è compatta eppure oggi in aula non c’era. Questa amministrazione è un poltronificio e il sindaco resiste solo dispensando poltrone a chi lo sostiene, ma nonostante ciò oggi la sua maggioranza gli ha presentato il conto non presentandosi in aula».

Le reazioni
dopo il Consiglio
comunale saltato
per mancanza
del numero legale

Dal Partito democratico sono state espresse aspre critiche al sindaco per il suo modo di rapportarsi con il Consiglio. «In questi anni – ha affermato Diego Venanzoni – l’assemblea cittadina è stata costantemente mortificata dal primo cittadino e dalla sua Giunta. Ormai non si contano più le volte in cui la Giunta ha assunto decisioni con i poteri del Consiglio, conferendo all’aula un mero ruolo di ratifica. De Magistris non ha il senso delle istituzioni». Sulla vicenda è intervenuto anche l’ex deputato, Amedeo Laboccetta (Polo Sud). «Napoli città nel caos – dichiara attraverso una nota – Il sindaco de Magistris sta tremando dopo aver perso la sua maggioranza in Consiglio Comunale. A breve la resa dei conti.  Il presidente De Laurentiis, anche lui in crisi, con mezza squadra di calcio in rivolta. I tifosi napoletani tra l’incredulo e l’incazzato costretti ad assistere ad uno scontro che può finire male.  L’unico al quale allo stato possiamo rivolgerci è San Gennaro, affinché ci liberi dagli incapaci e da un clima di tensioni che non lascia certo ben sperare per il futuro.  Della città e della sua squadra di calcio».

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