“Mio figlio è uno scheletro. Venerdì quando l’ho visto era tutto viola intorno agli occhi. Non so spiegare quello che sta passando”. Tina è la mamma di Luciano De Luca, detenuto nel carcere di Poggioreale, a Napoli, per il quale ieri un intero padiglione ha protestato, con una rivolta, per chiederne il ricovero in ospedale. Piange, è preoccupata delle condizioni di salute del figlio. “Ha sbagliato, deve pagare e lo sta facendo – dice – ma non deve pagare con la vita”. “Mi hanno riferito che le analisi sono buone – racconta – quando stamattina ho chiesto di sapere come sta, le guardie penitenziarie mi hanno detto: ‘Pensiamo che sta bene’. Nella cella in cui era detenuto, nel padiglione Salerno, “erano in 15”. “È svenuto più volte – continua la madre – e un altro detenuto nella stessa cella ha urlato per farsi sentire, per chiedere aiuto”. “Oggi – continua – sono stati trasferiti per punizione, ma quelle persone hanno solo voluto aiutare mio figlio”. Le condizioni dei detenuti nel carcere “sono pessime”.
“Non ho avuto la possibilità di incontrare il mio assistito, sembra che gli stiano somministrando delle flebo, una volta trasferito al reparto San Paolo”. A parlare è Celestino Gentile, avvocato di De Luca. Domani, fa sapere il legale, “sarà mia cura tornare in carcere per verificare il suo stato di salute, se gli somministrano le cure necessarie”. “Magari, se è il caso, anche di far entrare un medico, nominato dalla famiglia – sottolinea – per farlo visitare”. “Il punto – spiega – è che, secondo l’ordinamento, serve l’autorizzazione della Direzione del carcere. Senza non è possibile far entrare un medico. La cosa strana e preoccupante – dice – è che, come mi ha spiegato la madre, già venerdì manifestava segni di profondo malessere”. La protesta dei detenuti dello stesso padiglione in cui si trovava il 28enne “sembra che sia stata scatenata dal fatto che lui stava male e ci sono stati dei ritardi nei soccorsi”.
Paolo Russo (Fi): il ministro non ha risposto alla denuncia
“Al carcere di Poggioreale é esplosa una bomba ad orologeria, innescata da un governo che nasconde la testa sotto la sabbia di fronte ad una scandalosa situazione che priva i carcerati della dignità di esseri umani e mette a dura prova l’incolumità dei dipendenti. Esattamente undici mesi fa presentai un’interrogazione al ministro della Giustizia che si é guardato bene dal rispondere”: così il deputato di Forza Italia Paolo Russo, coordinatore della città metropolitana di Napoli. “Se solo il ministro si fosse preoccupato di verificare quanto segnalato nell’interrogazione avremmo evitato di scrivere un’altra pagina buia sui diritti negati e sul degrado che dentro e fuori il carcere di Poggioreale alimenta disagio e insicurezza. Invece – stigmatizza Russo – di fronte alle denunce di sovraffollamento, precarietà strutturale e carenza di personale, il ministro si è girato dall’altra parte”. “Verificare la sussistenza dei pericoli – conclude Russo – è un dovere istituzionale e morale. Correre ai ripari dopo che si è verificato l’irreparabile è da irresponsabili e da incapaci”.