In una nota del 18 settembre 2015, il collegio dei direttori di struttura complessa ospedalieri e universitari dell’intera regione Campania scrisse al presidente di Palazzo Santa Lucia, Vincenzo De Luca, al presidente della Soresa, Gianni Porcelli, e al direttore generale della società regionale dell’epoca, Renato Di Donna, per mettere in luce le criticità del bando per la fornitura di protesi ortopediche e cemento per le Asl campane per il quinquiennio 2015-2020.

Bando aperto sotto il governatorato di Stefano Caldoro per un ammontare di circa 61 milioni di euro, e assegnato – appunto – quando al vertice della Regione arriva l’ex sindaco di Salerno.
I docenti firmarono una nota dai toni assai duri per segnalare non solo delle «notevoli incongruenze di carattere generale» ma soprattutto per sottolineare che il provvedimento, strutturato dal responsabile tecnico unico del procedimento, «da un punto di squisitamente tecnico», non consentiva «minimamente di poter valutare, in maniera serena e super-partes, le reali caratteristiche tecniche dei vari presidi in gara».

Nella lettera si sottolineava in particolare come «nessun direttore di Uoc ospedaliero o universitario delle divisioni di ortopedia e traumatologia della regione Campania» fosse stato «informato e convocato per lo studio approfondito sulle modalità tecniche e scientifiche di compilazione del capitolato tecnico di gara e della tabella valutativa». E questo nonostante la responsabilità, civile e penale, in caso di «malpractice» che «dovesse verificarsi a seguito di utilizzo di impianti e tecniche chirurgiche non familiari per i chirurghi» i quali, continua ancora la lettera, «si vedrebbero costretti a utilizzare impianti protesici solo sulla scorta di una mera e casuale disponibilità di apprivvigionamento da parte della propria Asl».

La missiva, firmata come detto da tutti i direttori Uoc ospedalieri e universitari di II livello e facenti funzione delle divisioni di ortopedia e traumatologia della Campania, si conclude con un appello ai vertici politico-amministrativi dell’Ente per chiedere «assolutamente la ricusazione immediata di tale procedura di gara e la convocazione immediata di rappresentanti tecnici espressi da un collegio interno di ogni Asl e/o azienda ospedaliera universitaria della Regione». E questo al fine di garantire la «reale trasparenza e funzionalità della procedura di gara per l’assegnazione di protesi e cementi». Né la Soresa né la Regione Campania però decisero di aderire a questa istanza, e la gara è stata regolarmente assegnata.
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