L’operazione Madera contro il traffico internazionale di stupefacenti che ha incastrato l’ex procuratore nazionale arbitrale Rosario D’Onofrio
«Intensa attività di trasporto di stupefacenti». Così gli inquirenti definiscono l’impegno svolto dall’ex capo della procura nazionale arbitrale dell’Aia. Rosario D’Onofrio è stato monitorato a lungo dall’autorità giudiziaria durante i suoi spostamenti a bordo della vettura della sua compagna convivente. E durante queste intercettazioni ambientali è stato appurato «il suo coinvolgimento nella gestione dello scarico dello stupefacente arrivato dalla Spagna, talvolta aiutato da Stefano Giovannini il quale, in cambio di danaro, metteva a disposizione il suo capannone per lo scarico della merce». È quanto si legge nell’ordinanza «Madera» emessa dalla gip del Tribunale di Milano.
A marzo 2020, si spiega nell’ordinanza, vennero scaricati degli scatoloni presso la ditta del Giovannini. Scatoloni che secondo gli investigatori contenevano sostanze stupefacenti. Un particolare confermato da alcune chat intercettate e «provato proprio dal fatto che D’Onofrio si rivolgesse per le operazioni di scarico al Giovannini retribuendolo con 500 euro per tale sua disponibilità, nonché dalla citata chat del 01.04.2020, nella quale gli interlocutori elogiavano l’esperienza come corriere dell’autista Mallorquin»