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Rimpasto, ecco i retroscena della vendetta di Giggino

di Redazione
14 Novembre 2019
in Inchieste e storia della camorra
Tempo di lettura: 5 minuti
Il sindaco Luigi de Magistris e il capo di Gabinetto, Attilio Auricchio

Il sindaco Luigi de Magistris e il capo di Gabinetto e direttore generale, Attilio Auricchio

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Marmorale out, per lei il «contentino» in Abc o nel cda di Asìa

di Giancarlo Tommasone

E’ tutto pronto, tra poche ore dovrebbero arrivare i risultati finali di una operazione lunga e difficile, anche se come vedremo, alquanto pianificata. Alla fine ad uscire dalla Giunta saranno gli assessori Nino Daniele (Cultura e Turismo); Roberta Gaeta (Welfare); Laura Marmorale (Diritti civili); il già dimissionario Mario Calabrese (Infrastrutture). I loro nomi circolano da qualche giorno, insieme a quelli di Ciro Borriello e di Raffaele Del Giudice.  Solo che per gli ultimi due il pressing dei consiglieri ha avuto buon esito: Borriello che ha cambiato partito per entrare in deMa, non poteva essere messo da parte. Di Del Giudice sarebbe stato apprezzato il lavoro. E poi, al suo posto sarebbe dovuto entrare Marco Gaudini dei Verdi. Bloccato, riferiscono fonti arancioni, non tanto per il fatto che la sua voce compare tra quella dei congiurati dell’audio diffuso da Repubblica, quanto per l’opposizione feroce della ormai neo assessore, Eleonora De Majo.

Marco Gaudini (Verdi)
rimandato a dicembre

Per Gaudini, però, non è detta ancora l’ultima parola, un posto potrebbe trovarlo nel prossimo rimpasto annunciato da Giggino per dicembre. Tornando alla pasionaria di Insurgencia, a lei andrà l’assessorato di Daniele. Con la De Majo entrano in giunta Luigi Felaco (Patrimonio e beni confiscati, incarico di compensazione per controbilanciare quello della De Majo, e che sarà gestito insieme alla consigliera Laura Bismuto); Rosaria Galiero (Sport); la ex 5 Stelle, Francesca Menna (per lei sarebbe pronta la delega ai Beni comuni). Marmorale out, pagherebbe la sovraesposizione degli ultimi giorni e la richiesta di «sponsor» assai forzata da parte di ong, e di personaggi dell’antagonismo, prima di tutti padre Alex Zanotelli.

Il ruolo
di padre
Alex Zanotelli,
«sponsor»
della Marmorale

Ma abbiamo ribadito proprio ieri come a Napoli, le municipalizzate del Comune fungano da un po’ di anni, da luogo di compensazione politica, e allora per Marmorale si prospetta o una casella nel cda di Asìa, oppure la guida di Abc, al posto del commissario D’Angelo, lanciato verso Mostra d’Oltremare, dove andrebbe a sostituire Nardi. A proposito di Abc, nel caso in cui dovesse concretizzarsi l’occupazione del «cantone», per Marmorale peserebbe (questa volta in positivo) lo «sponsor» del citato padre Zanotelli, che non dimentichiamo, aveva speso parole anche in favore di Maurizio Montalto, che poi sarebbe diventato presidente di Acqua bene comune.

Leggi anche / Dirigenti usa e getta,
il destino dei manager delle Partecipate

Sul fronte Asìa, invece, si aprirebbe uno spiraglio piccolissimo per Gaeta, «ma solo se si verifica un miracolo», spiegano a Stylo24 le voci di dentro di deMa. Gaeta paga le ultime esternazioni ipercritiche, e soprattutto una gestione del Welfare ritenuta quasi da tutti «disastrosa».  «Croce nera» su Francesco Iacotucci (una volta assai vicino al «cerchio magico» della moglie del sindaco de Magistris), a cui non serve nemmeno un miracolo, dopo che ha portato il Comune in tribunale, costringendolo a versare nelle casse dell’azienda di igiene urbana 20 milioni di arretrati. Per Iacotucci, amministratore unico con i giorni contati, nemmeno un posticino da consigliere nel cda di Asìa, dunque. Questa del rimpasto allargato alle municipalizzate, però, è una storia che non quadra, e che fa sorgere dubbi, prima di tutti, proprio nell’ala moderata del movimento arancione. L’impressione «è che si assista a qualcosa di studiato a tavolino e favorita dalla diffusione della notizia della congiura contro Luigi (de Magistris)». Nel senso che? Domandiamo.

La lettura di Stylo24 / E se fosse una congiura
a tavolino per salvare de Magistris?

«Nel senso che molti di noi sono convinti che la registrazione dell’audio (quello dei congiurati, ndr) sia frutto di una manovra di vera e propria natura militare ordita dai piani alti di Palazzo San Giacomo». In effetti, qualche sospetto era venuto anche a noi di Stylo24. Manovra «militare di alto profilo per veicolare il rimpasto e dargli la direzione che era stata decisa fin dall’inizio», afferma la fonte confermando la nostra lettura del caso «congiurati». «Quello che sta avvenendo, però scuote dalle fondamenta l’ala moderata di deMa. Nei giorni scorsi abbiamo assistito alla restituzione della tessera, da parte di una storica attivista, Oriana Bosso. E altri sarebbero pronti a fare altrettanto», continua la fonte.

In deMa c’è chi comincia
a restituire la tessera

Le lamentele sono pure originate dal fatto che ormai tutte le decisioni politiche di deMa «vengono prese da Auricchio, senza consultare minimamente gli organi del movimento, che si sentono estromessi ed esautorati». Posizioni critiche anche nei confronti di Pietro Rinaldi (capo di gabinetto a Città Metropolitana) e del vicesindaco e segretario di deMa, Enrico Panini. «Ci si chiede come mai, uno (Rinaldi) che ascolta i consiglieri che tramano contro il sindaco, che è il presidente di deMa, non sia intervenuto o non abbia riferito quanto si stava architettando. Relativamente a Panini, poi, non si sopporta più il suo appiattimento sulle posizioni dettate dal capo di Gabinetto, Auricchio che da tempo può contare insieme a quelli di Insurgencia, su un altro fedelissimo».

L’approfondimento / Poltronificio Insurgencia,
ecco i rivoluzionari della busta paga pubblica

Tornando al rimpasto, vede in maniera  evidente rafforzate proprio le posizioni dell’assessore del centro sociale di Via Vecchia San Rocco (la De Majo), da un lato, e dall’altro quelle di Alessandra Clemente, che dovrebbe incassare anche la delega ai Trasporti. Qualche considerazione sullo pseudo antagonismo al potere (grazie ad Auricchio) va fatto. A perderci, nel cambio Daniele-De Majo, sarà la città. Tutto si può dire dell’ex sindaco di Ercolano, tranne che non sia un personaggio di peso sul fronte della cultura. In effetti dovremo accontentarci dei concerti del Primo Maggio, di Capodanno e delle manifestazioni canore, in cui ci verranno propinate le solite voci stantie, ripetitive e finte antagoniste, pseudo alternative, chiamate a raccolta dalla pasionaria De Majo. Voci buone solo a illudere incauti adolescenti.

Il retroscena / Concertone di Napoli, dubbi
sui fondi vincolati della tassa di soggiorno

Tanto i soldi per i concerti ci sono, e se non ci sono, si trovano. Dove? Dalla tassa di soggiorno, diventata ormai la fonte, passateci il termine volgare, che però rende bene l’idea, la «zezzenella» degli spettacoli di piazza a Napoli. E a proposito di soldi, con il nuovo incarico per la De Majo e il relativo sostanzioso ritocco di stipendio, «finalmente potrà far fronte al pagamento del contributo degli eletti di deMa», si augura una delle voci di dentro arancione, da sempre vicina al cerchio di Maria Teresa Dolce, consorte del sindaco de Magistris.

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