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«Rilanciare la figura del biologo: troppo spesso sottovalutata»

di Redazione
22 Settembre 2022
in Notizie di Attualità
Tempo di lettura: 6 minuti
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Intervista al dottor Vincenzo Stefanelli candidato alle elezioni per l’Ordine della Campania e del Molise

di g.acu.

Una piccola rivoluzione è alle porte nel mondo dei biologi italiani. Il sistema ordinistico della categoria sta per giungere alla conclusione di un passaggio epocale, avviato dalla legge 11 gennaio 2018, n. 3, che ha sancito la formale inclusione dei biologi nell’ambito delle professioni sanitarie. La modifica più rilevante riguarda la prossima soppressione dell’Ordine nazionale dei biologi, le cui funzioni saranno ripartite – così come è per le altre professioni sanitarie – tra 11 Ordini territoriali e la Federazione nazionale degli Ordini dei biologi.

Di conseguenza, sta arrivando il momento di andare alle urne per la categoria. Agli Ordini territoriali spetterà, in particolare, la tenuta dei rispettivi Albi, che andranno a sostituire l’attuale Albo nazionale unico dei biologi.

La costituzione degli organi degli Ordini territoriali

Le prime elezioni per la costituzione degli organi degli Ordini territoriali (tutt’ora gestiti da commissari straordinari) dovranno essere indette due mesi prima della scadenza naturale del mandato dell’attuale Consiglio dell’Ordine nazionale dei biologi, prevista per il prossimo 6 dicembre 2022.

Tra le liste che si sono presentate per l’Ordine della Campania e del Molise, che avrà sede a Napoli, c’è «Biologi per il rinnovamento», che ha in Vincenzo Stefanelli uno dei suoi candidati. Dirigente Biologo della ASL Napoli 1 Centro, responsabile della UOS Tutela delle Acque e Ambiente, Stefanelli è pronto alla sfida: «Le esperienze professionali acquisite negli anni mi hanno dato un quadro chiaro di come deve evolvere la figura del Biologo. Ho lavorato nella scuola, nella libera professione, in aziende multinazionali, in ospedale, fino ad arrivare oggi nella ASL. Poiché già faccio parte di tavoli tecnici a livello regionale e ministeriale posso indicare gli ambiti professionali più congeniali e promettenti per la nostra categoria»

Il programma post elettorale

Sono le prime elezioni dell’Ordine nazionale dei biologi per l’elezione degli organi territoriali: cosa può dare la lista «Biologi per il rinnovamento», qual è in sintesi il vostro programma?

«Va detto innanzi tutto che la figura professionale del biologo comprende vari aspetti: dal nutrizionista, al biologo ambientale, a quello di laboratorio o sanitario, che rappresentano i tre campi principali in cui si svolge questa professione. Biologi per il rinnovamento vuole lanciare questo messaggio: che innanzo tutto si avvale dell’esperienza di molti professionisti consolidati, nell’ambito universitario, ospedaliero, della professione libera. Il nostro obiettivo è quello di affermare sempre di più la figura del biologo in tanti ambiti, e in particolare all’interno delle istituzioni pubbliche: nel campo della sanità, dell’ambiente, all’interno dei Comuni. È necessario essere presenti in ambiti in cui solo una figura competente come il biologo può operare. La tutela dell’acqua, dell’aria, del suolo, in generale del clima. Tutti campi in cui dove il biologo può dare un contributo importante».

Il biologo ambientale

Ha accennato all’ambiente: oggi si parla tanto di rivoluzione eco-sostenibile, di prevenzione dei disastri naturali. Come può incidere in questo settore la figura del biologo?

«Il Biologo ambientale può lavorare nell’ambito della prevenzione dei disastri naturali, della difesa del territorio, in particolare per le strutture pubbliche, i Comuni, dove si parla di ambiente ma non ci sono figure specializzate per proteggere la salute pubblica. La figura del biologo nei Comuni è inesistente: ad esempio, spesso la tutela dell’acqua viene affidata a personale amministrativo, se ne occupa una qualsiasi persona che decide se fare o non fare le analisi. Sarebbe invece necessario che ci fosse un biologo ambientale in tutte le strutture, sia per la difesa dell’ambiente, sia per la corretta alimentazione. Mi riferisco a strutture come le mense scolastiche o le Rsa, dove i biologi possono dare un contributo tecnico e di conseguenza economico, perché facendo attenzione alla qualità del cibo, non si sviluppano patologie e le persone non necessitano di cure».

«Spesso in ambiti del genere ci sono geometri, ingegneri, che con tutto il rispetto non hanno la stessa funzione di un biologo. Spesso mi interfaccio con Enti pubblici, ma non ho interlocutori che abbiano le mie competenze, poiché i Comuni non si avvalgono della figura del biologo. Se vogliamo prevenire calamità e malattie, servono tecnici esperti che capiscono della materia. Altrimenti le calamità le avremo sempre e continueremo a tappezzare di cemento le città, continuando ad avere problemi. Immettere aria inquinata e bere acqua inquinata, con l’inevitabile conseguenza dei danni alla salute. Quindi bisogna lavorare sulla prevenzione: per questo diventa necessario inserire la figura del biologo nei quadri degli Enti Pubblici. E nella nostra lista “Biologi per il Rinnovamento” ci sono tante figure affermate in questo senso: bisogna dare un impulso perché i biologi rientrino nell’ambito della famosa rivoluzione eco-sostenibile».

La tutela della categoria

Quali sono le questioni più urgenti da risolvere, in particolare per i biologi di Campania e Molise?

«Sicuramente la riaffermazione del biologo per quanto riguarda l’aspetto sanitario: si sono persi molti posti di lavoro, mai più recuperati. Ad esempio, nel campo delle analisi, come abbiamo visto durante il Covid: i laboratori sono in affanno, servono persone competenti. Pensiamo inoltre ai laboratori convenzionati, che rivestono un ruolo importante per la tutela della salute su base territoriale, e il biologo deve essere protagonista in questo settore. Nella nutrizione, va assolutamente riconosciuta la figura riconosciuta del nutrizionista di famiglia, come già fatto con lo psicologo e altre professioni. Perché una corretta alimentazione non può essere a carico solo delle famiglie, la spesa che si recupererebbe con l’istituzione del nutrizionista di famiglia darebbe un ricavo in generale a tutta società»

Secondo lei esistono differenze tra le problematiche della categoria al Sud rispetto ad altre parti d’Italia?

«Esistono differenze tra le Regioni, ma grosso modo le problematiche della categoria sono molto simili. Abbiamo un grande problema di abusivismo: esistono molte figure abusive che lavorano in questo settore, cosa che non dovrebbe essere consentita. Ad esempio, oggi si fa una grande pubblicità di metodi di dimagrimento da persone che non hanno alcun titolo per parlare di alimentazione. Sono problematiche che devono essere affrontare da un professionista, anche perché spesso si ha a che fare con pazienti diabetici o affetti da problemi alla tiroide. Oppure si pensi al problema dell’obesità infantile, che va affrontato sin dalle scuole. Per questo e per tanti altri motivi, secondo noi la figura del nutrizionista dev’essere riconosciuta e non a carico delle famiglie. Tante volte i dietologi sono improvvisati, mentre un biologo è una persona che ha un titolo riconosciuto legalmente».

La corsa al voto

Cosa la ha spinto a candidarsi, e qual è il contributo che si sente di poter dare?

«Mi sento inserito in una squadra molto coesa: nella nostra lista ci sono professori, esperti di formazione, di patologie e di cosmetologia. La squadra racchiude tutte le competenze per capire le problematiche del biologo, possiamo sviluppare un lavoro interessante per la professione e per i giovani. Sicuramente sarà importante ascoltare le problematiche dei colleghi, quindi essere presenti e cogliere le loro istanze. Per quanto mi riguarda, avendo svolto tutti gli aspetti della professione, credo di possedere la competenza per riconoscere le problematiche del biologo e fare di tutto per garantire la crescita della figura professionale».

Una squadra pronta alla sfida, insomma…

«Il nostro team rappresenta tutte le professionalità e conosce tutte le criticità di questa meravigliosa categoria. Siamo coesi e ben consapevoli che questo è il momento di ascoltare e coinvolgere ogni biologo. Abbiamo la decisa volontà di ripristinare un dialogo vero con le Istituzioni, che è sempre stato un obiettivo dei “Biologi per il Rinnovamento”. E noi della Lista Campania e Molise riteniamo fondamentale trovare una soluzione definitiva alla scarsa rappresentatività presso le Istituzioni Territoriali».

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