Salvatore Pace in Commissione in tenuta da mare: «Smart-working antipolitico e antidemocratico»
di Emiliano Caliendo
La pandemia, si sa, ha stravolto il mondo del lavoro con lo «smart-working», divenuto pressoché la norma, specialmente quando si tratta di riunioni tra colleghi. Questo vale anche per i rappresentanti delle istituzioni, costretti alla modalità di collegamento da remoto sempre più spesso.
Ed è il caso anche di Napoli dove sulla Municipalità 5 Vomero-Arenella, il consigliere di Municipalità del gruppo Misto, Salvatore Pace – nonché candidato di Unione Popolare al Senato alle imminenti politiche – ha preso parte alla riunione della Commissione Ambiente del parlamentino, il 24 agosto, in tenuta da mare. Torso nudo, cappellino panama ed espressione rilassata di chi, giustamente, si sta godendo le ferie sotto un ombrellone ben visibile dagli schermi di laptop e cellulari dei suoi colleghi.
Mancanza di decoro istituzionale o protesta dadaista? Contattato da Stylo24, il consigliere Pace così giustifica il suo comportamento: «Una volta fattomi vedere e aver risposto all’appello, ho poi spento la telecamera, non fosse altro per rispetto delle istituzioni. È il metodo del collegamento da remoto che è antipolitico e antidemocratico».
«Una spesa inutile»
Difatti Pace non era l’unico rappresentante dell’ente di prossimità a stare al mare nel corso di quella riunione, ma è stato comunque il solo a mostrarsi in mise da bagnante. «Sono stato estremamente chiaro – argomenta – dicendo che mi sarei collegato da luogo in cui mi trovavo, avrei dato il mio contributo, ma ero estremamente contrario a questo tipo di collegamento che ritengo essere anche per certi versi una spesa inutile. Questo perché le commissioni condotte in questo modo sono poco produttive. L’ho detto chiaramente e ho esibito questa forma di protesta civile, affinché fosse chiaro a tutti che quando dico che una cosa non è seria, non è seria».
Un gesto, dunque, di dissenso nei confronti del nuovo regolamento del consiglio di municipalità che – spiega Pace – «prevede queste modalità anche dopo l’estate e a seguito della fine della pandemia. Argomentandone l’approvazione –conclude – col fatto che si tratta di una forma più moderna. Secondo me siamo al delirio».
Una questione, quella dello smart-working dei consiglieri comunali e di municipalità, che ha fatto discutere già in passato. Memorabile una riunione del 23 marzo 2021 del Consiglio Comunale di Napoli, tenutasi da remoto, in cui un consigliere lasciando acceso il microfono del suo pc fece involontariamente ascoltare ai suoi colleghi il rumore dello sciacquone del gabinetto di casa. Corsi e ricorsi della politica «a distanza».