di Giancarlo Tommasone
«Stanno qua fuori, correte». La segnalazione alle forze dell’ordine sarebbe arrivata proprio dall’obiettivo della stesa, anche se, una volta ascoltato dagli agenti, avrebbe negato la paternità di quella telefonata. Siamo in vico Zuroli a Forcella, è il tardo pomeriggio di domenica scorsa. Le detonazioni si confondono con i botti che festeggiano la dodicesima vittoria del Napoli e la riconquista del primo posto in classifica. Ma chi conosce bene la differenza tra l’esplosione di un mortaretto e quella dei colpi di pistola e si sente in pericolo, non può far altro che chiedere aiuto, anche se fa parte della paranza di Forcella e l’unico modo per salvare la pelle è quello di chiamare la polizia.

Sul posto si portano subito due volanti, ma gli agenti altro non possono fare che repertare i 9 bossoli (calibro 9×21) rinvenuti sul selciato. Uno di questi viene ritrovato proprio davanti all’abitazione del pregiudicato che secondo l’ipotesi degli inquirenti avrebbe avvertito i poliziotti del raid in corso. Chi ha sparato è riuscito a far perdere immediatamente le proprie tracce, scappando attraverso i vicoli che si diramano a partire da piazzetta Crocelle ai Mannesi.

Per quanto riguarda esclusivamente l’intimidazione di domenica scorsa, stando alle prime ipotesi investigative (da confermare naturalmente con ulteriori indagini), i motivi sarebbero da ricercare non nello scontro con i Mazzarella, ma negli attriti interni alla cosca di Forcella. L’avvertimento sarebbe stato recapitato al destinatario da parte di una fazione che farebbe capo ai Giuliano junior e sarebbe maturato nell’ambito del controllo delle piazze di spaccio che si trovano nella zona alle spalle proprio di vico Zuroli. Piazze che dopo un periodo di chiusura durato alcune settimane, avrebbero ripreso a funzionare anche andando ad intaccare preesistenti equilibri.

Del resto molto sarebbe cambiato nella gestione del traffico illecito legato alla droga, a partire dagli approvvigionamenti. Secondo quanto ha appreso la redazione di Stylo24 da fonti investigative, alcuni dei forcellesi (versante Sibillo) già da un po’ di tempo, avrebbero intrapreso contatti con ambienti degli Amato-Pagano sfruttando i canali melitesi. Ciò prefigurerebbe nuovi assetti non solo a Forcella, ma anche nelle zone in cui sono dislocate altre piazze che vanno sotto il controllo della cosiddetta «paranza dei bambini».