di Giancarlo Tommasone
Le fasi di un colpo finiscono sul «nastro», captate in diretta, grazie a una conversazione intercettata dal Ros dei carabinieri, che indaga su una banda di rapinatori di Rolex (legata al clan Contini) in trasferta, in Emilia Romagna. La trascrizione di quanto avviene, rappresenta un documento di grande valore probante per gli inquirenti, che arrivano poi agli autori materiali del raid.
L’inchiesta / Decapitata l’Alleanza di Secondigliano
La descrizione della rapina è agli atti dell’ordinanza relativa all’operazione contro l’Alleanza di Secondigliano (oltre 120 misure cautelari eseguite, 214 indagati in totale). Il telefono sotto controllo è quello di Salvatore Longobardi, che effettua il blitz, insieme a Diego Cinque. Siamo in autunno, a Modena, intorno alle 11.30.
«Oh, Diego, ma sta dentro la macchina, questo?», chiede Longobardi parlando al telefono con Cinque. Al che, il complice gli risponde: «Sì». E dopo aver avuto il via libera di Longobardi, Cinque continua: «E dai, andiamo direttamente, ma non è che mette in moto, questo? Che dici?». «E che ne so io… ma sta solo lui (la vittima inquadrata, ndr) in macchina o tutti e due?», si informa Longobardi.
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«Stanno tutti e due, il maschio e la femmina», chiarisce Cinque. Longobardi, pianificando il piano di attacco, chiede pure se la vettura delle vittime abbia spazio davanti, per provare una eventuale manovra di fuga. Spazio non ce n’è, dice Cinque, ma c’è sempre la possibilità che il conducente possa provare a fare retromarcia.
I due rapinatori, secondo quanto ricostruiscono gli inquirenti, sono uno appiedato, l’altro in sella a uno scooter e decidono di attaccare l’uomo che indossa il prezioso orologio, dal lato guida. La chiamata tra i due resta «aperta» e quindi viene registrata in ambientale, anche la fase in cui viene portata a termine materialmente la rapina.
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«Dammi l’orologio», intima Cinque all’uomo in macchina. «Dammi l’orologio e non fare casino», gli fa eco il complice. Cinque continua a chiedere alla vittima di cedere il cronografo: «Sbottonati l’orologio e dammelo».
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Al che la vittima, accenna un minimo tentativo di opposizione: «No, dai». Cinque, però, torna alla carica e minaccia: «Dammi l’orologio, dammi, altrimenti ti ammazzo. Fermati, perché (sennò) ti uccido. Ti sparo in bocca. Prendi pure quell’altro orologio (presumibilmente quello indossato dalla ragazza che è in auto con l’uomo)».
A questo punto torna a intervenire Longobardi: «Dammi la borsa», intima all’altra vittima.
I due rapinatori, messo a segno il colpo, stanno per andare via, quando si sentono chiedere dalla ragazza: «E la patente?». «Te la mando a casa, te la mando a casa», le dice Longobardi. Poi la coppia di aggressori si dilegua, portando via un Hublot, modello Big Bang, del valore di circa seimila euro.