Il boss di Ottaviano era stato ricoverato nella struttura sanitaria estense lo scorso febbraio a causa di una crisi respiratoria
di Giancarlo Tommasone
Il boss della camorra Raffaele Cutolo, che alla fine dello scorso febbraio era stato ricoverato d’urgenza presso l’ospedale civile di Parma, in seguito a una crisi respiratoria, è tornato nuovamente nel carcere estense. Lo ha appreso la redazione di Stylo24, direttamente dalla voce di Gaetano Aufiero, legale difensore del 78enne. Le condizioni del fondatore della Nco – che sconta l’ergastolo in regime di carcere duro – erano peggiorate durante la notte del 19 febbraio. Era ricoverato nell’infermeria del penitenziario, dove aveva trascorso i precedenti 15 giorni. Da lì, nel pomeriggio del 19 febbraio, era stato poi trasferito presso il reparto detenuti dell’ospedale civile. Nel nosocomio di Viale Antonio Gramsci, Cutolo ha passato circa tre settimane, durante le quali avrebbe rifiutato di sottoporsi a delle tac, necessarie per indagare a fondo sul suo stato di salute.
La scelta / Il boss Raffaele Cutolo
rifiuta le cure: non vuole sottoporsi alle tac
Al riguardo, sempre Gaetano Aufiero, aveva dichiarato: «Il rifiuto da parte del mio assistito non è stato giustificato da alcun meglio specificato motivo. A questo punto l’unica persona che potrebbe convincerlo a sottoporsi alle tac, è la moglie, Immacolta Iacone. Ma abbiamo inviato istanze per una visita della consorte, e il Dap non ci ha nemmeno risposto. E’ qualcosa di veramente paradossale». Il colloquio è stato poi fissato, ma non è stato più possibile tenerlo, a causa del lockdown decretato per l’emergenza Covid-19. Nel frattempo, la mattina del 7 marzo, il 78enne aveva ricevuto la visita di Roberto Cavalieri, garante dei detenuti per il Comune di Parma, ma pure in questo caso, il tentativo di convincerlo a sottoporsi alle tac era fallito.
L’approfondimento / Raffaele Cutolo, il giallo
del ricovero di 15 giorni nell’infermeria del carcere
Cavalieri, a cui fu vietato di leggere una letterina scritta dalla figlia 12enne di Cutolo (missiva con la quale la ragazzina chiedeva al padre di effettuare le analisi), poté solo dire che la moglie e la figlia del detenuto erano preoccupate per il suo stato di salute, e che lo pregavano di sottoporsi agli accertamenti. «Ma udite queste parole, di tutta risposta, Cutolo si è rivolto al personale sanitario e ha detto: quando posso fare la barba?», raccontò, rispetto alla circostanza, Aufiero a Stylo24. Perdurando l’opposizione del 78enne a effettuare le tac, e evidentemente migliorate le sue condizioni di salute, il camorrista di Ottaviano è stato condotto nuovamente nel penitenziario di Parma.