Nel mirino della paranza un imprenditore di Melito: «Ma tu non rispetti la famiglia?». I cinque emissari del clan avrebbero preteso la consegna di 14mila euro
La camorra 2.0 continua ad allargare il raggio di azione dei propri affare e nel mirino finiscono sempre di più le aste giudiziarie. La prova arriva dall’inchiesta che all’alba di oggi ha portato all’arresto di tre persone, tutte ritenute dalla Procura, inserite all’interno del clan Amato-Pagano. La paranza di aguzzini, stando alla ricostruzione dei pm, avrebbe cercato di imporre una tangente estorsiva da 14mila euro ai danni di un uomo che l’8 febbraio scorso si era aggiudicato due immobili a Melito vincendo un’asta dinanzi al tribunale di Napoli Nord. Il piano criminale non è però andato a buon fine e in manette sono così finiti i Napoletani Enrico Bocchetti, 26 anni, Pasquale Furiano, 29 anni, e Salvatore Silvestri, 49 anni. Per la stessa vicenda erano già indagati Luciano De Luca e Luigi Tutino.
L’indagine è stata condotta da carabinieri e polizia, che questa mattina hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica, nei confronti di tre persone gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di estorsione consumata e tentata, aggravate dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolare il clan Amato-Pagano. In particolare, gli indagati avrebbero minacciato un imprenditore di Melito per ottenere il versamento di somme di denaro per l’aggiudicazione all’asta di due immobili. Stando a quanto accertato dai pm, i tre malviventi avrebbero avvicinato la vittima già il giorno successivo all’aggiudicazione dell’asta: «Ma tu non rispetti la famiglia? L’asta te la sei aggiudicata, domani mattina mi devi portare 14.000 euro…», era stata la richiesta avanzata e poi ridimensionata a 8mila euro da consegnare in due fasi. L’imprenditore non avrebbe però accettato, limitandosi a consegnare la somma di 500 euro prima di chiedere aiuto alle forze dell’ordine.