Le votazioni in alcuni locali affidati alla parrocchia scatenarono polemiche: nel contratto era proibito l’uso politico
Il 10 febbraio scorso una violenta polemica si scatenò dopo che, inseguito a una lite tra vari esponenti del Pd di Gragnano, una parte di essi decise di continuare le votazioni per le primarie in un locale affidato alla chiesa alla presenza dell’onorevole Marco Sarracino. Locali, però, che nell’atto con cui fu stipulata la convenzione non potevano essere utilizzati per scopi politici.
A riaccendere la polemica la segretaria cittadina Silvana Somma e il consigliere di minoranza Antonio Marinaro che durante l’ultimo consiglio comunale ha chiesto chiarimenti al sindaco Aniello D’Auria, che ha risposto: «Non è stata rilasciata alcuna autorizzazione per l’utilizzo dei locali comunali affidati in comodato d’uso alla parrocchia. Faremo luce su quanto accaduto. Convocherò il prete per chiedere spiegazioni». Lo riporta un articolo di Elena Pontoriero su Metropolis. Nel frattempo però si è scoperto che la convenzione tra Comune e chiesa è scaduta da diverso tempo. Il mistero continua, quindi, per capire chi abbia aperto al gruppo Pd per le votazioni. Un mistero che potrebbe essere risolto dal parroco che, forse ignaro dell’uso improprio dei locali, potrebbe aver accettato di aprire le stanze.