Il porto di Napoli guarda a est. Con una convenzione firmata nei giorni scorsi, l’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno Centrale ha affidato al Dipartimento di Ingegneria civile dell’università «Federico II» di Napoli lo studio di prefattibilità per l’allargamento e l’ampliamento dell’area di levante del molo partenopeo; studio che durerà un anno e avrà un costo di 38mila euro (più Iva).
La delibera 221/18 parla infatti di «Affidamento di incarico per la redazione di studi specialistici di natura idraulico/marittima al fine di valutare gli interventi necessari per l’ampliamento del porto di Napoli verso levante».
Ciò significa che il management dell’Ente portuale, proiettandosi ben al di là della durata del mandato presidenziale (parliamo di un progetto che ha un orizzonte di vita di almeno vent’anni per la sua definizione, o forse più), intende già da ora capire come incidere sulla linea di costa di San Giovanni a Teduccio per farne un hub in grado di moltiplicare la movimentazione container.

In particolare, c’è scritto nella convenzione tra il Dipartimento e l’Autorità portuale, bisognerà analizzare gli interventi di «interazione tra i collettori fognari (Volla e Levante) che sfociano a mare, in corrispondenza dei lavori di ampliamento previsti, e la realizzazione di alcune opere tra cui, in modo particolare, l’incremento della superficie mediante colmata».
Quindi verificare la possibilità (e i costi da sostenere) per lo spostamento o lo sbarramento di alvei, foci e torrenti carsici. I responsabili della partnership saranno il prof. Giuseppe Del Giudice per l’Università, e il segretario generale Francesco Messineo per l’Autorità portuale.