Dopo che anche il secondo tentativo si è rivelato infruttuoso, sarà affidata a una eventuale terza gara la ricerca del sostituto di Emilia Leonetti, andata in pensione un paio di anni fa.
di Fabrizio Geremicca
“Cercasi addetto stampa disperatamente”. Parafrasando il film di Susan Seidelman – “Cercasi Susan disperatamente” – che riscosse un buon successo nel 1985, potrebbe essere questo il titolo per sintetizzare le difficoltà di Andrea Annunziata, il presidente dell’Autorità Portuale del Mar Tirreno Centrale, che ha competenze sugli scali marittimi di Napoli, Salerno e Castellammare di Stabia, di trovare un addetto stampa.
E’ andato a vuoto, infatti, anche il secondo tentativo e la procedura è stata conclusa con esito infruttuoso. Quattro le candidature che erano pervenute all’Autorità Portuale e che erano state sottoposte all’esame della commissione composta da Dario Leardi, dirigente dell’Ufficio Risorse Finanziarie, Strumentali e Gare in qualità di presidente; da Ugo Vestri, dirigente dell’Ufficio Security, Safety e Ordinanze; da Giovanni Annunziata, dirigente dell’Ufficio Porti di Salerno e Castellammare di Stabia. Ha concluso i lavori il 25 maggio ed ha stilato una relazione conclusiva.
Il 16 giugno, poi Annunziata ha comunicato che non si ravvisano i presupposti per procedere all’individuazione del professionista da selezionare. Quaterna bocciata, dunque, e tutto da rifare. Sarà affidata perciò ad una eventuale terza gara la ricerca del sostituto di Emilia Leonetti, la quale per circa venti anni si è occupata della comunicazione de Porto di Napoli ed è andata in pensione un paio di anni fa. La prima gara, alla quale avevano partecipato Alessandra Montefusco, Antonio Formisano e Paolo Bosso, era stata aggiudicata a quest’ultimo, che avrebbe dovuto prendere servizio alcuni mesi fa. Ha, però, rinunciato all’incarico ed ha preferito continuare nella sua attività di responsabile del giornale di settore Informazioni Marittime.
Il contratto di collaborazione professionale propostogli dall’Autorità Portuale era di due anni, prorogabili per un terzo. Il compenso era di trentamila euro lordi all’anno.