Zì Menuzzo è stato scarcerato il primo novembre scorso
di Giancarlo Tommasone
L’attività del clan Montescuro all’interno del porto di Napoli non risparmiava alcun comparto, nemmeno quello della pubblicità. In particolare, racconta il collaboratore di giustizia Alfonso Mazzarella (nipote del defunto boss Ciro), le organizzazioni malavitose intervenivano anche sulla gestione della cartellonistica di «promozione» all’interno dello scalo partenopeo.
Le dichiarazioni
del pentito
Alfonso Mazzarella
Il pentito, è riportato nell’ordinanza a firma del gip Alessandra Ferrigno, «indicava tale Ciro ’o Menuzz’ (riferendo successivamente in modo corretto il cognome di Montescuro, e quindi riferendosi in maniera evidente a Carmine Montescuro alias ’o Menuzz’) come socio dello zio Ciro Marrarella, addetto al ritiro delle estorsioni in zona porto per conto del clan Mazzarella. Il collaboratore di giustizia, peraltro, lo indicava (Montescuro, ndr) come gestore di attività, una di ristorazione ed un distributore di carburante, entrambi in Piazza Sant’Erasmo, che sono in realtà gestiti rispettivamente da un figlio e da Salvatore De Francesco (anche lui coinvolto nell’inchiesta «Piccola Svizzera», ndr)».
Il metodo / Camorra di Sant’Erasmo,
il pizzo pagato all’estorsore tramite bonifico
Il 29 gennaio del 2016, Alfonso Mazzarella fa mettere a verbale: «Mi chiedete se io abbia mai gestito affari illeciti nel porto di Napoli; vi rispondo di sì», afferma il pentito rivolgendosi al magistrato che lo interroga. «Ed infatti – continua Alfonso Mazzarella – io ho avuto rapporti con Ciro ’o Menuzzo, socio di mio zio Ciro Mazzarella; il suddetto, unitamente a mio zio, gestiva l’attività di affissione dei cartelli pubblicitari all’interno del porto; il menzionato Ciro ha una trattoria e una pompa di benzina a Piazza Sant’Erasmo». «Di Carmine Montescuro ho già reso dichiarazioni nei precedenti verbali. So che è il proprietario di un fast food a Piazza Sant’Erasmo e che gestisce una pompa di benzina Q8 sempre a Piazza Sant’Erasmo», rendiconta ancora, Alfonso Mazzarella a marzo del 2016.
Gli affari illeciti / Il collaboratore di giustizia:
un finanziere faceva uscire i container
con la cocaina dal porto
Carmine Montescuro (85 anni) è stato arrestato lo scorso 24 ottobre, nell’ambito di una operazione che ha portato in carcere più di una ventina di persone. Nella rete tesa da magistratura inquirente e forze dell’ordine sono finiti vertici e gregari di sette clan napoletani.
La scarcerazione / Torna nella sua casa
di Sant’Erasmo il boss Montescuro
Venerdì primo novembre, poi, dopo appena una settimana di detenzione in cella, Montescuro ha lasciato il carcere per motivi di salute, ed è stato trasferito ai domiciliari, presso la sua abitazione a Sant’Erasmo.