Gli investigatori della Dia lanciano l’allarme, capoluogo sempre più spaccato dalla rivalità con i Contini-Bosti: «Hanno il controllo della droga e del racket»
Camorra napoletana sempre polarizzata. Con l’Alleanza di Secondigliano ormai padrona incontrastata delle periferie e di gran parte dell’hinterland, negli ultimi tempi i Mazzarella sembrano essersi rifatti sotto, riportando sotto il proprio controllo la quasi totalità del centro storico. La storica cosca con base tra Poggioreale, San Giovanni a Teduccio e il Mercato starebbe poi ancora una volta incentrando il proprio business sul controllo dello spaccio di droga e delle estorsioni, il tutto grazie a una lunga serie di fedelissimi gruppi satellite.
È questo quanto emerge dall’ultima relazione della Direzione investigativa antimafia relativa al secondo semestre del 2021. Dalla lettura del documento emerge a chiare lettere che «nel contesto urbano centrale il cartello criminale Mazzarella ha riacquistato il controllo del mercato della droga e delle attività estorsive, in particolare nella zona della Maddalena prospiciente al rione Forcella, nel quartiere Mercato, nell’area dei Decumani e attraverso i gruppi Papi-Iafulli e Buonerba in quelle di Porta Capuana e Porta Nolana». Il clan si sarebbe dunque rifatto sotto nonostante i recenti contraccolpi giudiziari subiti: «Peraltro l’operatività del clan – affermano gli investigatori della Dia – nel quartiere Mercato aveva subito una battuta d’arresto grazie all’esecuzione di un provvedimento cautelare emesso nel 202029 a carico dei sui referenti locali. Nell’ambito della medesima attività investigativa i Carabinieri in collaborazione con le autorità spagnole il 25 agosto 2021 hanno eseguito la misura restrittiva a carico di un elemento di spicco del sodalizio che nella prima fase esecutiva si era reso latitante rifugiandosi in Spagna a Barcellona».
La cosca non si sarebbe però limitata a riconquistare le vecchie roccaforti, ma avrebbe anche allargato il proprio raggio d’azione: «L’influenza del cartello – si legge infatti nella relazione – si è estesa alle zone sia del Pallonetto di Santa Lucia, dopo gli arresti che hanno affievolito il clan Elia, sia delle Case Nuove dove opera anche il gruppo Caldarelli. L’area di San Lorenzo – Forcella risulta suddivisa tra i Mazzarella e gli esponenti ancora liberi del clan Giuliano, alleati al gruppo dei Saltalamacchia dei Quartieri Spagnoli, il cui tentativo di riorganizzarsi sarebbe stato peraltro vanificato dall’arresto il 16 maggio 2021 del boss poi divenuto collaboratore di giustizia (Salvatore Giuliano ’o russo, ndr)».
Il Mazzarella hanno poi mantenuto ben saldo il controllo dei territori nei quali è da sempre radicato: «Il clan Mazzarella si conferma poi in posizione preminente nel rione Luzzatti, storico feudo del sodalizio, nell’area tra via Mezzocannone (zona Università), Santa Chiara e piazza Bovio, dove sono presenti l’alleato gruppo Ttrongone e l’antagonista clan Prinno, nonché nel rione Sanità, seppure accanto a frange di elementi criminali rimasti fedeli ai sodalizi Sequino e Savarese, storicamente presenti in quel territorio. Proprio a carico di un elemento del clan Sequino il 29 novembre 2021 il tribunale di Napoli ha disposto il sequestro dei beni ritenendolo soggetto socialmente pericoloso e stabilmente inserito nel contesto delinquenziale della zona».
L’Alleanza di Secondigliano non è però rimasta a guardare, conquistando comunque il controllo di ampie zone del centro di Napoli: «La restante area centrale della città – si legge ancora nell’ultimo documento della Dia – è sottoposta alla supremazia dell’Alleanza di Secondigliano. In particolare risultano sotto il controllo del clan Contini i quartieri Vasto, Arenaccia, Ferrovia, rione Amicizia, Borgo Sant’Antonio Abate e zone limitrofe, fino ai quartieri popolari ricadenti nella giurisdizione di Poggioreale quali il Rione Sant’Alfonso, via Stadera e la zona di Secondigliano. Numerose vicende giudiziarie hanno inciso sulla struttura interna del clan Contini e documentato anche grazie alle più recenti propalazioni dei collaboratori di giustizia un’organizzazione policentrica composta da sottostrutture (gruppo del “Vasto-Arenaccia”, gruppo del “Borgo Sant’Antonio Abate”, gruppo del “Rione Amicizia”, gruppo di “San Giovanniello”, gruppo della “Stadera-Poggioreale”) con specifiche competenze territoriali riferite a uno o più reggenti sulla base di direttive provenienti dai vertici “centrali”. A capo dell’organizzazione restano gli storici boss Bosti-Contini legati tra loro anche da rapporti di parentela per aver sposato due sorelle, mentre la terza è coniuge del capoclan Mallardo. I citati boss sono ritenuti capi indiscussi del cartello nonostante siano da tempo detenuti a regime penitenziario differenziato».
luni